"Abbiamo potuto avere alcuni approfondimenti rispetto alcuni numeri del Piano, che a regime nel 2025 prevede una flotta di 110 aerei totale (di cui 26 di Lungo Raggio), più dei 95 apparsi sulla stampa, ma i dipendenti sono confermati essere 9.500, come preannunciato, peggiorando persino il rapporto aerei/dipendenti – si legge in una nota diffusa dal sindacato autonomo – Siamo tuttora in attesa di una serie di ulteriori informazioni rispetto a dati nevralgici che non ci sono stati ancora forniti, mentre non sono state toccate le questioni relative a occupazione, salvaguardie e diritti dei lavoratori".
"Al momento il quadro presentato conferma una compagnia che a regime avrà dimensioni inadeguate – ha continuato Usb – con un assetto di flotta simile all'attuale, con un rapporto dipendenti per aereo molto risicato, senza recupero delle lavorazioni, a partire dalle manutenzioni, che si concentrerà su Fiumicino e Linate senza citare Malpensa, che non ha ancora piani concreti per il cargo". Nessun passo in avanti rispetto a quanto osservato fino a questo momento, ha sostenuto il sindacato che ha fatto notare l'assenza di un qualsiasi riforma del trasporto aereo e prefigurando per la newco un'acquisizione da parte delle major europee.
"I lavoratori non accetteranno di essere un'altra volta vittima di una Ita-lietta che, nascendo con 3 miliardi di investimenti pubblici, deve porsi ben altri obiettivi – ha concluso il sindacato – Usb convocherà una prima assemblea pubblica e aperta davanti al Parlamento nei primi giorni di gennaio in occasione con l'avvio della discussione in Parlamento sul Piano industriale di Ita".
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