A fine 2022 tra il 90 e il 95% dei dipendenti della vecchia Alitalia, attualmente in amministrazione straordinaria, sarà stato ricollocato. Il puzzle si sta lentamente componendo visto che dopo l’ok del passaggio a Swissport dell’handling, ieri, secondo quanta risulta al Messaggero, è arrivato il via libera del ministero dello Sviluppo ad Atitech che rileverà il ramo manutenzione. Si chiude così il cerchio di una lunga transizione partita, come noto, il 15 ottobre scorso, con il decollo di Ita Airways e di fatto portata a termine in questi giorni dai commissari straordinari che hanno ceduto i servizi di terra e la manutenzione a due società leader dei rispettivi settori, ovvero Swissport e Atitech.
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Uno spezzatino, quello voluto dalla Ue per dare il via libera al salvataggio per certi verso doloroso, ma che alla fine pur dividendo l’asset industriale della vecchia Az, non impatta in maniera significativa sui livelli occupazionali.
LE TAPPE
Secondo i calcoli dei sindacati, rispetto ai 10.440 dipendenti di Alitalia pre-crisi, circa 9.600 sono stati ricollocati o lo saranno a breve.
LA SVOLTA
Come accennato, i commissari straordinari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso hanno di fatto concluso il proprio lavoro, chiudendo i bandi di gara sugli asset della vecchia Az. In tal modo saranno tutti ricollocati i circa 4.000 dipendenti (2.700 nell’handling e 1.400 in manutenzione). Mentre resta top secret il prezzo pattuito per la cessione. Proprio Ita avrà un ruolo importante su questi fronti, avendo già stretto legami di collaborazione con le due società. Legami che vanno definiti e messi in pratica. Con il colosso svizzero, presente in 300 aeroporti, Ita gestirà gli scali di Fiumicino e Linate, mentre con Atitech, azienda leader nel settore guidata da Gianni Lettieri, la collaborazione sarà a tutto campo. Infine, quanto alle attività cargo, l’intesa con Aliscargo assicura una buona copertura in attesa che Ita possa agire direttamente.
L’operazione - come ha sottolineato più volte Lettieri - è un passo avanti «per sviluppare una infrastruttura fondamentale per il nostro Paese, completando quello che già si sta facendo in Atitech, diventata in pochi anni una delle più grandi e affidabili società di manutenzione indipendente dell’Emea». Non è escluso che Atitech possa addirittura aprire a nuove assunzioni, proprio in funzione del piano di sviluppo di Ita.
C’è da dire che le organizzazioni sindacali, Fit-Cisl in testa, hanno spinto a fondo per chiudere il processo sul fronte occupazionale senza traumi. Tant’è che nelle prossime ore proprio Ita dovrebbe riaprire le porte a nuove assunzioni, in particolare per le categorie protette. Complessivamente gli esuberi potrebbero essere meno di 800. Si tratta di personale vicino alla pensione o che per scelta non intende rimettersi in gioco. Per gli altri sono allo studio scivoli pensionistici e il coinvolgimento degli enti locali.
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