Alitalia, buco da 2,2 miliardi nei ricavi. E sulle nomine è scontro continuo

Alitalia, buco da 2,2 miliardi nei ricavi. E sulle nomine è scontro continuo
di Umberto Mancini
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 09:23

In cassa solo 260 milioni. E poi una riduzione dei ricavi di 2,2 miliardi solo nei primi 9 mesi e la disperata richiesta al governo di altri 150 milioni per continuare a volare. Alitalia è sempre più sull'orlo dell'abisso, abbandonata a se stessa, in stallo tra rilancio (sempre più lontano) e fallimento. Perché nonostante l'emergenza Covid, il governo non ha ancora varato la Newco che doveva decollare a giugno. E, fatto altrettanto grave, non ha ancora scelto il nuovo cda che avrebbe dovuto fronteggiare la crisi mettendo a punto il piano industriale. Una impasse che dura da oltre 4 mesi, legata allo scontro sulle nomine e ai continui litigi tra 5Stelle e Pd per piazzare i propri uomini nel board. Un lungo braccio di ferro che paralizza la compagnia confinandola ai margini del mercato. A fornire le cifre del disastro è stato proprio il commissario straordinario Giuseppe Leogande che, ovviamente, ha chiesto di far partire subito la Newco per tentare un difficile rilancio. Nell'attesa, visto che la gestione commissariale non ha fatto altro che tagliare rotte e prolungare di un altro anno la Cigs per oltre 8 mila dipendenti, ha chiesto altri 150 milioni al Tesoro per «garantire la continuità aziendale». Come dire che senza una nuova iniezione di liquidità si rischia concretamente di portare i libri in tribunale. Soldi che si aggiungono a quelli già ottenuti nei mesi scorsi con i prestiti-ponte e che superano complessivamente il miliardo. Risorse che ovviamente non bastano se non vengono indirizzate per elaborare una strategia complessiva, con obiettivi e traguardi da raggiungere. Obiettivi lasciati nella nebbia dai tempi lunghi della politica che sembra non aver ancora capito la gravità della situazione. Visto che sono in ballo 11.500 nuclei familiari, l'indotto, lo sviluppo del principale hub del Paese, la mobilità del Paese.

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L'APPELLO
Da qui il nuovo appello. «Mi permetto di sollecitare - ha spiegato Leogrande in audizione parlamentare - un intervento affinché il percorso di trasferimento alla Newco si acceleri il più possibile e si compia in tempi brevi». Anche perché i 199 milioni forniti dalla Ue sono in via di esaurimento e serve nuovo ossigeno finanziario per affrontare il periodo invernale, il più difficile per tutte le compagnie aeree. Bisogna aggiungere che, a causa della pandemia, Alitalia ha rimborsato al 30 settembre oltre 265 milioni in biglietti venduti per voli cancellati per l'emergenza. E tutto questo ha comportato, rivela il commissario, «qualche tensione finanziaria ad agosto e settembre».
A chiedere uno sblocco immediato è scesa in campo la Uil-Trasporti. «Dopo aver previsto la totale partecipazione dello Stato nella Newco, ora la politica sta danneggiando il progetto di ripartenza della compagnia per tempi troppo lunghi, dovuti a logiche di spartizione del cda inconcepibili» ha tuonato il segretario Claudio Tarlazzi. Anche la Fit-Cisl è preoccupata per lo stallo e si augura che dal governo arrivi un segnale chiaro. Per Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, «la ripresa del vettore nazionale è fondamentale per la mobilità dell'intero Paese e per il futuro dell'intero settore del trasporto aereo italiano». «Siamo pronti al confronto ma vanno sciolti nodi essenziali quali il mantenimento delle rotte di Alitalia e la tutela di tutti i suoi dipendenti». Anche l'associazione piloti invita a fare presto. Perché una volta scelto il board ci vorranno altri 30 giorni per varare il piano industriale. Tempo prezioso che la compagnia non può più permettersi di perdere.
Viste le crescenti pressioni sulla politica e l'allarme rosso sui conti, non è escluso che domani, o comunque nel week end, il nodo delle nomine possa essere sciolto. Intanto da Bruxelles la commissaria Margrethe Vestager fa sapere che la decisione sugli aiuti di Stato non è lontana.
Umberto Mancini
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