Morto Alberto Alesina, l'economista italiano che insegnava ad Harward: era fra i possibili candidati al Nobel

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Domenica 24 Maggio 2020, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 18:25

Un infarto ha causato la morte di Alberto Alesina, 63 anni, di Broni (Pavia), fra i i più auterevoli economisti italiani. E' accaduto durante una passeggiata in montagna mentre era insieme alla moglie Susan. Dopo gli studi al liceo classico Berchet si era laureato alla Bocconi di Milano per specializzarsi poi ad Harward.

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La notizia è stata rilanciata anche dall'amico e collega in un tweet l'economista David Wessel, direttore del Centro Hutchin sulla politica fiscale e monetaria, il quale precisa nel suo messaggio di avere appreso la notizia da un altro economista David Cutler. La morte di Alesina è stata confermata dall'Istituto Bruno Leoni.

Aveva collaborato con Il Sole 24 Ore e con il Corriere della Sera. Aveva inoltre scritto con Carlo favero e Francesco Giavazzi il libro "Austerità: quando funziona e quando no".

L’Istituto Bruno Leoni, centro di ricerca di Torino, ha scritto in un tweet: “È scomparso Alberto Alesina. Un grande economista che l’IBL ricorda con stima e affetto. Ci uniamo al dolore della famiglia”.

Nel curriculum di Alesina figurano annche i ruoli di Senior Associate al Center for European Studies (CES), Research Associate a National Bureau of Economic Research (NBER) e Center for Economic Development della Harvard University, e inoltre è stato Research Fellow del Center for Economic Policy Research (CEPR). Era anche Fellow della Econometric Society.


Era stato fra i pochi italiani a essere indicato negli ultimi anni come possibile vincitore del premio Nobel per l'economia. E' stato professore di Economia all'università di Harvard, dove ha anche diretto il dipartimento economico dal 2003 al 2006, visiting professor all'università Bocconi di Milano, dove si era laureato nel 1981, ha anche collaborato con lavoce.info, la testata online guidata da Tito Boeri.

Sostenitore di una austerità cosiddetta espansiva per affrontare i periodi di emergenza e a sostegno della crescita che punti cioè più sui tagli selettivi della spesa che sull'aumento delle tasse, ha indicato la via da seguire più nelle grandi riforme e liberalizzazioni piuttosto che col ricorso prioritario all'investimento per le grandi opere.

Durante la crisi del debito sovrano aveva criticato prima la gestione europea della Grecia, spiegando come l'austerity con tagli alle spese sia meglio di quella realizzata con un aumento delle tasse perché costa meno in termini di recessione.

Ed aveva successivamente espresso dubbi sulla «infatuazione» che c'è in Italia per le grandi opere, a suo dire «spropositata» considerando il rapporto costi-benefici. Insieme all'economista e amico Francesco Giavazzi aveva espresso durante la crisi dello spread in Italia un decalogo per sostenere l'economia, attraverso lo sblocco del mercato del lavoro con l'introduzione di contratti unici, la sostituzione della cassa integrazione con sussidi di disoccupazione temporanei. Maggiore libertà per imprenditori e lavoratori di fare, se d'accordo, scelte a livello aziendale. Gli economisti suggerivano, come ricetta per quella particolare situazione di crisi, salari del settore pubblico diversi da regione a regione a seconda del costo della vita, agevolare l'occupazione femminile, una riforma equa delle pensioni di anzianità e della giustizia civile. L'eliminazione di alcuni privilegi garantiti agli ordini professionali, allargare la base imponibile riducendo l'evasione per poter abbassare le aliquote. Molti i messaggi di cordoglio.

«Ricordo Alberto Alesina. I suoi studi e le sue idee hanno arricchito il nostro dibattito economico», twitta il commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni. Per la vice ministra all'economia Laura Castelli, «il suo contributo, anche oggi che siamo chiamati a costruire l'Italia e l'Europa post Covid, sarebbe stato importantissimo».

L'Abi, con il presidente Antonio Patuelli ed il direttore generale Giovanni Sabatini, ricordano il «nitido e lungimirante scienziato economico che, in particolare con Francesco Giavazzi, ha illuminato il dibattito in questi anni complessi».

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