AIOP, Cittadini: "Sbloccare spesa e rivedere Dm 70 per completare sinergia pubblico-privato"

AIOP, Cittadini: "Sbloccare spesa e rivedere Dm 70 per completare sinergia pubblico-privato"
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Lunedì 19 Aprile 2021, 16:31
(Teleborsa) - "Il secondo Bilancio sociale aggregato è stato promosso nella piena consapevolezza che le nostre strutture associate, oltre a garantire prestazioni e servizi sanitari, producono un considerevole indotto non solo di ordine economico e occupazionale ma, anche, culturale, ambientale e sociale". È quanto ha affermato Barbara Cittadini, presidente dell'Associazione Italiana Ospedalità Privata (Aiop) in occasione della presentazione del Bilancio Sociale Aggregato delle strutture ospedaliere associate Aiop, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma.






Presidente, è stato presentato oggi il 2°Bilancio Sociale Aggregato delle strutture ospedaliere associate Aiop relativo all'anno 2019. Quali le principali evidenze emerse?

"La fotografia che ci lascia il secondo Bilancio Aggregato Aiop 2019 è quella di un sistema di 571 strutture che erogano più di 900mila giornate di degenza e il 31,8% di prestazioni ambulatoriali. Complessivamente eroghiamo circa il 14% delle prestazioni di ricovero del Sistema sanitario nazionale incidendo per il 6,8% sulla spesa. E questo solo per quanto riguarda l'aspetto economico. Sono altri, a mio avviso, i temi sui quali il Bilancio Sociale merita la maggiore attenzione. Tra gli altri è degno di nota il fatto che impieghiamo oltre 72mila unità di risorse umane alle quali dedichiamo formazione continua e attenzione ai loro bisogni e alle loro esigenze. Per noi le professionalità che operano nelle nostre strutture sono, infatti, una delle risorse più preziose del Sistema sanitario nazionale. Dal Bilancio emerge, inoltre, un grande interesse verso le problematiche ambientali e energetiche e una grande attenzione alle esigenze della comunità così come alla domanda di occupazione dei singoli territori. Vi è una percentuale elevatissima di risorse umane impiegate nel territorio che provengono dallo stesso territorio. Questo attesta un rispetto delle esigenze del territorio e il fatto che si prediligano le aziende del territorio. Le nostre strutture diventano punti di riferimento per delle dinamiche sociali che sono di grande rilevanza. Operano, quindi, essendo pienamente calate in quella che è la loro realtà territoriale e danno una risposta non solo sanitaria ma complessiva. Dal punto di vista della formazione Aiop ha, inoltre, scelto di investire nelle borse di studio per gli specializzandi dal momento che la programmazione pubblica non riusciva, da sola, a soddisfare la domanda. Questo dimostra quanto la nostra componente si senta parte del Sistema sanitario nazionale".

In questa fase di pandemia la sanità privata – come ha sottolineato oggi il sottosegretario Sileri – ha dato un importante contributo al Paese. Che impatto ha avuto l'emergenza sanitaria sulle strutture private?

"La tragedia della pandemia ha investito, a livello generale, il nostro modo di vivere e di lavorare. Noi ci siamo stati, ci siamo e continueremo ad esserci. Abbiamo svolto il ruolo che le Regioni ci hanno chiamato a svolgere: alcune strutture sono state chiamate a trasformarsi in strutture Covid, a trasformare i propri posti letto in posti letto di terapia intensiva Covid o per pazienti acuti, altre hanno accolto i malati che la componente di diritto pubblico non riusciva ad accogliere a causa della trasformazione di diverse strutture pubbliche in strutture Covid. Abbiamo quindi risposto in piena e totale sinergia rispetto a quella che è stata la programmazione delineata e il modello assistenziale scelto da ogni Regione".

La presidente del Senato Casellati ha evidenziato l'importanza della collaborazione tra pubblico e privato nel settore sanitario. Su questo fronte, a suo avviso, quali i nodi ancora da sciogliere?

"Ritengo che l'integrazione sia piena e totale. Ci sono due grossi nodi da sciogliere ma non solo per noi, per l'intero Sistema Paese. Il primo è il Dl 95 del 2012 che blocca sine die la spesa del privato. Questo alla luce del fatto che assistiamo a liste d'attesa lunghissime, a fenomeni di rinuncia alle cure, a una spesa out of pocket che aumenta: tutti sintomi di un sistema che non riesce a dare una risposta assistenziale sufficiente ai malati. In tale scenario non ha senso avere delle realtà che hanno una grande potenzialità e non utilizzarle. La legge risale al 2012 e aveva delle motivazioni economiche. A distanza di tanti anni le emergenze, le urgenze e le esigenze sono differenti e impongono di rimuovere una legge che non ha più senso per riuscire a dare agli italiani una risposta che sia reale e adeguata ai loro bisogni. Va, in secondo luogo, sicuramente rivisto il Dm 70 che ha costretto l'Italia a un investimento in Sanità molto penalizzante per gli italiani che porta il nostro Paese tra i livelli più bassi rispetto agli altri stati europei con i quali noi normalmente facciamo benchmarking come la Francia e la Germania. Superati questi due problemi normativi, ritengo che questa sinergia possa diventare realmente e piena e soddisfacente, sempre nell'interesse del cittadino che deve essere la nostra mission".




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