Acqua, allarme utility sulla proposta di legge targata M5S: "Tariffe più alte del 15%"

Acqua, allarme utility sulla proposta di legge targata M5S: "Tariffe più alte del 15%"
2 Minuti di Lettura
Giovedì 8 Novembre 2018, 09:00
(Teleborsa) - "Condividiamo lo spirito, ma siamo preoccupati": questa la posizione delle utility che, dunque, si mostrano piuttosto critiche nei confronti di quella che è considerata una delle iniziative-simbolo dei Cinquestelle

UNA PROPOSTA CHE FA ACQUA? - Al centro del dibattito, la proposta di legge Daga, che porta il nome della deputata proponente Federica Daga. Come riporta Repubblica, in concreto, l'obiettivo della proposta è quello di riportare il servizio di distribuzione e depurazione dell'acqua sotto il controllo "totalmente" pubblico, togliendolo cioè a qualsiasi forma di società "commerciale": sia ai privati, sia alle società per azioni anche quando sono controllate dal pubblico. Quest'ultime, anche nelle forme miste pubblico-privato, come le quotate in Borsa, coprono il 97% del servizio in Italia.

La questione è che verrebbero affidate soltanto ad "aziende speciali" all'interno dei comuni o degli enti locali, come accadeva diversi anni fa. Allo studio anche la possibilità di togliere le competenze di controllo e di verifica degli investimenti all'Arera, l'Authorithy che sovrintende ai servizi di energia, rifiuti e il servizio idrico integrato. Ma anche qui c'è un nodo da sciogliere: per riacquistare le quote delle società e per ripagare i debiti contratti il costo potrebbe aggirarsi sui 15 miliardi di euro.

TARIFFE PIU' ALTE DEL 15% - Critica la posizione delle utility che gestiscono le reti idriche che prospettano il rischio concreto di aumento delle tariffe. "Si andrebbe a buttare il lavoro fatto da molte aziende del settore in questi 10-15 anni", ha commentato l'amministratore delegato di Hera, Stefano Venier, in audizione in Parlamento. "Alcune soluzioni si rifletterebbero in un aumento dei costi per i cittadini e per il servizio", ha aggiunto, sottolineando che questi aumenti sono "da noi quantificati in almeno il 15%".
© RIPRODUZIONE RISERVATA