Accise benzina, perché sono così alte? Guerra d'Etiopia, Suez e Vajont assorbite in una maxitassa (da 28 anni)

Accise benzina, perché sono così alte? Guerra d'Etiopia, Suez e Vajont assorbite in una maxitassa
di Mario Landi
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 23:06

Accise su benzina, gasolio, gpl e metano, ci risiamo: l'impennata dei prezzi dei carburanti ha fatto riaffiorare la litania delle imposte indirette (basate sulle quantità e non sul valore del bene) che parte sempre dalle spese per la guerra in Etiopia del 1935/1936 che staremmo ancora ripagando. Un elenco suggestivo e doloroso, per le nostre tasche, che comprende anche la crisi del canale di Suez (1956) e l'immane tragedia del Vajont (1963). Un elenco (lo trovate sotto) che fa presa e che viene citato anche dai politici, con toni diversi se si parla dai banchi dell'opposizione o da quelli del governo, che tuttavia non ha più ragione d'essere dopo 28 anni, dal 1995, ovvero da quando l'esecutivo Dini rese strutturali quelle imposte fissando l'importo sulla quantità dei carburante erogato: eliminate insomma le motivazioni legate ad antichi conflitti o a più recenti terremoti, quelle tasse vanno a coprire ogni voce del bilancio statale. Un'architettura fiscale confermata nel 2013 dalla legge di Stabilità. 

Nel 1995 gli importi erano di 1.111.490 lire per mille litri di benzina (non più usata per le auto), 1.003.480 lire (equivalenti oggi a 782,045 euro) per mille litri di quella senza piombo e 747.470 (oggi 582.528 euro) lire per mille litri di gasolio usato come carburante.

Cifre che dopo 28 ammontano oggi a 728,4 euro per mille litri di benzina; 617,4 per il gasolio destinato alle auto, 147,27 per il Gpl.

Nel marzo dell'anno scorso la musica non cambiò (sulle motivazioni alle basi delle imposte) quando il governo Draghi le ridusse per mitigare l'aumento dei prezzi.

Riduzioni eliminate in questi giorni. 

La nota dell'agenzia delle accise, dogane e monopoli del 10 gennaio 2023

Terminati gli effetti delle suddette misure temporanee e ripristinatesi quindi le aliquote di accisa vigenti alla data del 21 marzo 2022 si rammentano gli importi da applicare sui citati prodotti immessi in consumo a decorrere dal 1° gennaio 2023:  benzina: euro 728,40 per mille litri;  oli da gas o gasolio usato come carburante: euro 617,40 per mille litri;  gas di petrolio liquefatti (Gpl) usati come carburante: euro 267,77 per mille chilogrammi; gas naturale (metano, ndr) usato per autotrazione: euro 0,00331 per metro cubo. 

Le accise sui carburanti (così come quelle su elettricità, alcolici, sigarette e fiammiferi) vengono anticipate allo Stato dal produttore o dall'importatore del carburante e poi sono caricate sulle nostre tasche come avviene per l'Iva.

Quanto pesano le accise

Il prezzo dell'accisa pesa sul costo finale del carburante per il 40%, l'Iva per il 22%: di fatto il costo effettivo del prodotto è solo del 38%.

Benzina

A questo costo, però, bisogna anche aggiungere l'IVA al 22% e quindi, a un prezzo netto di 0,76 centesimi circa per ogni litro di benzina, occorre sommare 0,33 centesimi di euro per l'IVA e 0,73 centesimi di accisa, per un totale di 1,81 euro al litro al Self Service.

Traducendo in euro per un litro di benzina si tratta di 0,76 centesimi per il prodotto; 0.33 centesimi per l'Iva e 0.73 centesima per l'accisa, ovvero 1,81 euro (self service sulla viabilità ordinaria).

Gasolio

Qui il prezzo del prodotto è superiore (0.91 al litro) e ciò influisce sul prezzo finale nonostante l'accisa sia più bassa (0.62 centesimi) mentre l'Iva vale 0.34 centesimi per un totale al distributore (sempre self service) di 1.86 euro al litro.

Il sorpasso del gasolio (avvantaggiato nell'accisa anche per tutelare l'uso in attività quali l'agricoltura) sulla benzina è quindi dovuto al costo del prodotto notevolmente cresciuto.  

L'elenco delle 19 accise 

Guerra d’Etiopia (1935-1936); crisi di Suez (1956); ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963); ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966); ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968); ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976); ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980); finanziamento per la guerra del Libano (1983); finanziamento per la missione in Bosnia (1996);  rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004); acquisto di autobus ecologici (2005); terremoto dell’Aquila (2009); finanziamento alla Cultura (2011); emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011); alluvione in Liguria e Toscana (2011);  decreto “Salva Italia” (2011);  terremoto in Emilia (2012); bonus gestori (2014); decreto "Fare" (2014).

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