Cantine d'arte, Pesenti sbarca in Abruzzo alla conquista del Pecorino

ArGea, partecipata dalla sua Clessidra, si è assicurata il controllo della Ciccio Zaccagnini srl diventando il secondo produttore d’Italia

Cantine d'arte, Pesenti sbarca in Abruzzo alla conquista del Pecorino
di Rosario Dimito
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 14:28 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 20:19

Dal cemento alla cantina il passo non è breve. Ma si può fare.

Ci sta provando, e con un discreto successo, Carlo Pesenti, ultimo della dinastia bergamasca che per 150 anni ha contribuito alla produzione di cemento italiano attraverso l’Italcementi. Sette anni fa, probabilmente anche a causa di una concorrenza non più sostenibile, Pesenti ha ceduto quel che restava del suo gruppo industriale e si è dato alla finanza. O meglio, al private equity. E da qualche tempo, attraverso la sua Clessidra, una consolidata sgr specializzata appunto nel private equity, ha deciso di scalare la vetta delle grandi cantine italiane con la controllata ArGea (Ar come arte e Gea come terra). E dopo aver conquistato lo scorso anno due grandi marchi storici del vino italiano, quali Botter e Gruppo Mondodelvino, ora è in dirittura d’arrivo la terza acquisizione, con il supporto delle grandi banche con cui giovedì 23 febbraio è stato siglato un accordo finanziario.

CABERNET E PASSERINA

 Nel mirino di ArGea è finita l’azienda agricola Ciccio Zaccagnini srl di Marcello Zaccagnini, con sede a Bolognano (Pescara) che conta 300 ettari vitati, con una produzione annuale che tocca punte di 3 milioni di bottiglie e con varietà coltivate come quelle classiche del territorio abruzzese, con Pecorino e Passerina che vestono il ruolo di protagonisti per quanto riguarda le varietà a bacca bianca, seguite dal Trebbiano Abruzzese; per le varietà a bacca rossa è certamente il Montepulciano a fare la parte del leone in vigna, seguito da Cabernet Franc e dal Cannonau.

Il prezzo si attesta sui 46 milioni, che rientrano nella manovra finanziaria da 250 milioni parzialmente finalizzata a rifinanziare il debito di ArGea. Al prestito, che ha durata di 6-7 anni, partecipano Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Credit Agricole Italia, Bnp-Bnl, Rabobank, Muzinich con quote più o meno paritetiche. Al termine dell’operazione, Clessidra avrà il 55% del capitale di ArGea, seguita dalle famiglie Botter (40%) e Martini (2%), e la scelta dei manager. A sua volta Zaccagnini reinvestirà parte del ricavato in una quota di circa il 3 per cento.

DALLA CINA ALLA COREA

 Guidato da Massimo Romani, il gruppo ArGea con l’apporto della Ciccio Zaccagnini vanterà ricavi vicini a 500 milioni, realizzati per il 95% all’estero attraverso una rete distribuita sia sui mercati dove il vino italiano è conosciuto (Usa, Canada, UK, Germania e Paesi scandinavi) che in aree del mondo di tradizione enologica più recente: dalla Cina alla Corea del Sud. Per dimensione di fatturato, ArGea occuperà il secondo posto sul podio delle cantine italiane. Con una caratteristica particolare, mutuata proprio dalle cantine Zaccagnini che da sempre uniscono il fare vinicolo all’arte, «con la convinzione che il vino e l’opera artistica – recita la brochure – rappresentino due forme di piacere ugualmente eterno, in grado di mettere a nudo i segreti della vita». Tra i filari e curiosando in cantina, il visitatore che abbia deciso di fare un salto da quelle parti può ammirare opere di grandi artisti e l’etichetta stessa posata su tutte le bottiglie e realizzata da Pietro Cascella. Probabilmente è anche questo che ha convinto Pesenti della bontà dell’acquisto.

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