Macron, sbarco in piazza Affari: prossimo obiettivo dopo il balzo del 2022

Sponsor di oltre 90 club di diverse discipline, l’azienda emiliana di abbigliamento sportivo viaggia verso 200 milioni di fatturato

Macron, sbarco in piazza Affari: prossimo obiettivo dopo il balzo del 2022
di Jacopo Orsini
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:36

Da 10 milioni di fatturato a quasi 200 in meno di vent’anni.

È la crescita realizzata da Macron, azienda emiliana specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo. Un marchio famoso soprattutto fra i tifosi del rugby perché l’azienda, oltre alla nazionale italiana, sponsorizza Scozia e Galles: metà insomma delle squadre del Sei Nazioni, la competizione più antica e prestigiosa, e sette team dei venti presenti al Mondiale che si giocherà dopo l’estate in Francia. Anche nel calcio il logo della società è stampato sulle maglie di tante squadre, comprese Bologna, Sampdoria, Udinese e Verona in serie A, sebbene resti alle spalle dei tre colossi del settore: Nike, Adidas e Puma. Ma sono circa novanta i club professionisti nelle varie discipline che hanno Macron come sponsor tecnico. Il marchio, con abbigliamento e attrezzatura, è presente infatti anche nel volley, nel basket e in altri sport come running, fitness e padel.

LA STORIA

 Le origini risalgono a mezzo secolo fa, al 1971. La società nasce come negozio di abbigliamento sportivo in via Saffi, nel cuore di Bologna. Negli anni ’80 cresce e diventa un’azienda che produce per i principali marchi sportivi. Poi, nel decennio successivo, la nascita del brand e l’avvio di un centro di ideazione e distribuzione. Nel 2001 comincia l’avventura nel calcio professionistico (è l’anno del primo contratto con un club di serie A, il Bologna, un legame che resiste ancora oggi). Quindi nel 2005 una nuova svolta e l’inizio di un percorso di sviluppo e internazionalizzazione con l’arrivo di Gianluca Pavanello alla guida come amministratore delegato. È da quel momento che parte una nuova fase per il gruppo, oggi fortemente proiettato all’estero dove realizza circa l’80% del giro d’affari, arrivato nel 2022 a 170 milioni di euro, in crescita del 37% rispetto all’anno prima. Se si confronta con il 2019, prima del Covid, l’incremento del fatturato è stato del 51%. Il margine operativo lordo (ebitda) ha superato 24 milioni e rappresenta il 14% dei ricavi. La società, che può contare su 300 dipendenti, oggi ha una rete di 165 negozi monomarca distribuiti in più di 25 paesi e l’anno scorso ha venduto oltre 10 milioni di pezzi. «Nel 2023 contiamo di arrivare sui 200 milioni di ricavi», dice Pavanello. «Dal 2005, quando eravamo a 10 milioni, siamo cresciuti sempre. Ogni anno abbiamo fatto meglio sia in termini di ricavi che di marginalità», aggiunge. Il 60% della produzione è realizzato in Asia, fra Cina, Vietnam, Cambogia e Bangladesh. Proprio la presenza e le relazioni costruite negli anni in Cina, durante la pandemia, hanno consentito all’azienda di mettersi a fabbricare dispositivi di protezione, diventando nei mesi terribili del Covid uno dei principali fornitori per l’Italia.

Fra mascherine, camici e tute protettive la società ha consegnato circa 53 milioni di pezzi, realizzando fra il 2020 e il 2021 circa 250 milioni di ricavi. Una produzione poi completamente terminata con la fine dell’emergenza sanitaria ma che durante la crisi ha consentito di fronteggiare il rallentamento dell’attività principale. Le altre fabbriche dove produce Macron sono dislocate in Turchia, Bulgaria e Portogallo. Una settantina quelle che lavorano per il gruppo. In Italia, nel quartiere generale di Valsamoggia, vicino a Bologna, invece restano la progettazione e lo sviluppo dei prodotti. «Siamo molto attenti alle condizioni di lavoro - assicura Pavanello - Non siamo disposti a produrre in fabbriche dove non si rispettano le norme. Noi non siamo intermediati da trading company e controlliamo le produzione e le condizioni dei lavoratori. Certo, è evidente che i salari in questi Paesi sono più bassi». Il nome del gruppo deriva dal greco macro, grande, mentre nel logo stilizzato, si intravede il gesto tipico dell’esultanza degli sportivi. «Stiamo lavorando duramente per tagliare il traguardo e alzare le braccia», continua Pavanello, citando lo slogan della società «Become your own hero» (diventa eroe di te stesso), stampato a caratteri cubitali anche sulla facciata dell’ingresso della sede di Valsamoggia, nella Motor Valley emiliana, a una ventina di chilometri dalla Ferrari di Maranello e dalla Ducati di Borgo Panigale. Come si spiega la crescita costante del gruppo? Pavanello cita soprattutto due qualità: «Non sentirsi mai soddisfatti» e «continuare a innovare, sul prodotto e sulla distribuzione, cercando sempre di guardare avanti». «Lo sport fa crescere fisicamente e mentalmente - è il credo dell’azienda - Rende capaci di affrontare le sfide accettando anche le sconfitte, non mollando mai».

LA BORSA

 Ora all’orizzonte c’è lo sbarco in Borsa. «Prima o poi l’obiettivo è quello di quotarsi, ma dobbiamo ancora crescere», spiega il manager, che immagina per l’arrivo sul mercato un arco di tempo di due-tre anni. Dal 2019 l’azionista di controllo della società con una quota del 58% è il bolognese Andrea Pignataro, compagno di liceo di Pavanello, alla guida di un gruppo che ha fatto la sua fortuna con i dati finanziari. Macron è attiva in un settore che è fuori dal raggio di attività principali del finanziere. «È un investimento che ha fatto perché anche lui è bolognese», sono ancora le parole dell’amministratore delegato di Macron. Pignataro è nel consiglio di amministrazione ma la gestione è in mano ai manager, che hanno in mano intorno al 20% delle azioni (gli altri soci sono Consilium e Francesco Bormioli, che è anche presidente). «Ovviamente concordiamo le strategie», afferma ancora Pavanello. Operazioni straordinarie in vista comunque non ce ne sono. «Non siamo fan delle acquisizioni - spiega ancora il manager -. Il nostro obiettivo è la crescita organica. Veloce, ma sempre finanziata con le nostre risorse. Non abbiamo chiesto soldi agli azionisti e l’obiettivo è continuare così». 

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