Investimenti, il portafoglio contro i prezzi “appiccicosi”

Investimenti, il portafoglio contro i prezzi “appiccicosi”
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 17:14

La rotta degli investitori nel 2022, non c’è dubbio, deve tenere conto di certi prezzi “appiccicosi” più a lungo del previsto, dicono gli esperti di portafoglio.

Senza perdere di vista, naturalmente, le mosse delle banche centrali, e in particolare del potenziale rialzo dei tassi di interesse nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dice Chris Iggo, cio core investments di AXA Investment Managers. Il Fondo Monetario Internazionale prevede per quest’anno un’inflazione dei prezzi al consumo del 2,8% per le economie avanzate e del 5,5% per le economie in via di sviluppo, ma sembra concordare con l’opinione del consensus: l’inflazione scenderà nel corso del 2022 e del 2023. Dunque, come proteggere i portafogli? Finora, il reddito fisso non è riuscito a proteggere adeguatamente il portafoglio dal rialzo dei prezzi. Il rendimento reale delle obbligazioni di alta qualità è stato negativo. E la situazione resterà probabilmente tale. Hanno fatto eccezione, però, le obbligazioni indicizzate all’inflazione, che restano l’opzione migliore, soprattutto quelle con “duration” (il tempo necessario a ripagare con le cedole il capitale impiegato) più breve.

Potrebbe emergere qualche opportunità di acquistare titoli di Stato, ma più che altro dal punto di vista tattico. La variazione netta dei rendimenti probabilmente sarà positiva nei prossimi dodici mesi, ma la storia ci insegna che non sarà un percorso lineare. E dunque, una gestione attiva del reddito fisso è preferibile rispetto a un’esposizione passiva a un indice obbligazionario. Se i rendimenti dei bond obbligazionari salissero ancora, a un certo punto aiuterebbe avere un’esposizione in long duration.

TASSI SOTTO L’INFLAZIONE

Gli investimenti corporate probabilmente continueranno a essere sostenuti dai fondamentali positivi. Gli strumenti di credito finora non hanno compensato l’inflazione, e faticheranno a farlo anche nel primo semestre del 2022. Le azioni in genere funzionano come strumento para-inflazione. Il prossimo anno, tuttavia, potrebbe essere meno semplice. La crescita degli utili rallenterà, ma nel complesso la domanda dovrebbe restare robusta. La politica monetaria sarà un po’ meno accomodante. Potremmo assistere a una certa compressione dei margini qualora diventi più difficile trasferire l’aumento dei costi. Nel complesso, però, i rendimenti azionari saranno probabilmente più alti di quelli obbligazionari. 

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