Banche centrali e inflazione, nel mondo azionario tutte le strade portano ai listini emergenti

Estratto dall’analisi della Strategy Unit di Pictet Asset Management

Banche centrali e inflazione, nel mondo azionario tutte le strade portano ai listini emergenti
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:31

Nel mondo azionario, tutte le strade portano ai mercati emergenti.

Per le prospettive di crescita economica più solide, spiega l’analisi della Strategy Unit di Pictet Asset Management, ma anche per le condizioni di liquidità più favorevoli. «Prevediamo che quest’anno il divario di crescita del Pil tra economie emergenti e sviluppate (attualmente al 2,5%) raggiungerà il massimo degli ultimi 10 anni», spiegano gli esperti. Inoltre, l’inflazione è in calo grazie alla rapida e tempestiva stretta monetaria impressa dalle banche centrali dei mercati emergenti. Banche che hanno potuto spingere sul freno già durante la pandemia. Al punto che la liquidità in tutte le economie in via di sviluppo continua a sostenere gli attivi rischiosi, a differenza delle condizioni negative o al massimo neutrali di gran parte del mondo sviluppato. Non solo. La riapertura cinese è un ulteriore fattore di attrazione degli investimenti azionari. I dati macro fotografano una crescita solida, ma segnali chiari arrivano dalle potenzialità del potere d’acquisto dei consumatori cinesi.

LE POTENZIALITÀ CINESI

Se ipotizziamo che saranno necessari due anni per spendere i risparmi accumulati durante la pandemia, l’aumento dei consumi dovrebbe essere del 6% l’anno.

Una crescita che si traduce anche in una maggiore domanda di importazioni e in una impennata del turismo cinese. Per tutti questi motivi, «manteniamo pertanto la nostra posizione di sovrappeso per i mercati emergenti e per le azioni cinesi», dicono da Pictet Asset Management. Considerata la recente correzione, le azioni cinesi paiono particolarmente convenienti. Attualmente, aggiungono, «sono scambiate con uno sconto del 30% rispetto alle azioni globali, cosa che riteniamo giustificata vista l’unicità dei rischi geopolitici e normativi cinesi». A partire da questi livelli, i rendimenti dovranno essere trainati dagli utili societari e i segnali che giungono da questo fronte sono incoraggianti. Le revisioni degli utili per le società cinesi sono mutate in positivo e «intravediamo un potenziale per ulteriori aggiornamenti al rialzo». Tutto ciò, unito al fatto che il posizionamento degli investitori nei confronti dei titoli cinesi è ribassista, sostiene con forza l’investimento in questa asset class. Per contro, «restiamo cauti sui titoli azionari Usa ed europei, malgrado un certo miglioramento delle prospettive di crescita». Le valutazioni «sono relativamente più care per quanto riguarda gli Stati Uniti, le prospettive di crescita sono anemiche in tutto il mondo sviluppato e le insicurezze legate alla politica monetaria permangono», concludono gli esperti.

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