F2i, il fondo che investe nella crescita delle aziende italiane. Ravanelli: «Pronti a valutare l'ingresso in Aspi»

Getty Images
di Rosario Dimito
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Marzo 2021, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 06:15

Dagli aeroporti ai porti, dalle reti di tlc e di distribuzione gas alle energie per la transizione energetica. F2i è diventato il principale fondo di investimento italiano privato e uno dei maggiori fondi infrastrutturali europei con una missione chiara: investire i capitali affidatigli in aziende italiane con l’obiettivo di favorirne la crescita di scala. Una vocazione da fondo sovrano. La svolta inizia a settembre 2014 con l’arrivo alla guida del fondo di Renato Ravanelli, dopo un passato di manager nel settore energetico (A2a, Edison, Aem Milano, ma anche gruppo Intesa Sanpaolo). Ravanelli completa la raccolta del Secondo Fondo (1,2 miliardi), liquida con successo il Primo avviato nel 2007, avvia la raccolta del Terzo e del Quarto (per 4,1 miliardi) e di recente lancia il Quinto che, con un obiettivo di 1,5 miliardi, porterà la massa finanziaria in gestione vicina a 7 miliardi, una dimensione paragonabile a quella dei principali fondi d’investimento infra-europei.

GLI SPONSOR

F2i gestisce oggi una piattaforma di 20 società che ha accompagnato nella crescita, con sviluppi anche internazionali, sino a farle occupare una posizione di leadership in ciascuno dei cinque settori infrastrutturali in cui esse operano. Un valore d’impresa stimato in 20 miliardi, un fatturato aggregato di circa 6 miliardi e 20 mila occupati. Tra gli azionisti di F2i, spiccano le principali banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit), alcune fondazioni bancarie (tra le quali Cariplo, Sardegna, Lucca), primarie casse di previdenza (Enpam, Forense, Geometri, Inarcassa). Tra gli investitori, invece, figurano un centinaio di istituzioni nazionali ed esteri, a partire dal GIC, il fondo sovrano di Singapore, e il PSP, il primo fondo pensione di dipendenti pubblici di Toronto. C’è chi ritiene che Ravanelli possa coinvolgere F2i anche nella partita autostradale in corso tra Atlantia e la cordata guidata da Cdp, ma al momento sembra un’ipotesi poco concreta. «Aspi gestisce asset infrastrutturali di grande importanza per il nostro Paese che F2i ha studiato con attenzione in passato - spiega Ravanelli a MoltoEconomia - Qualora in futuro si manifestassero le giuste condizione - aggiunge - penso che i nostri investitori sarebbero favorevoli a un nostro coinvolgimento, a condizione che esso possa contribuire al rilancio della società e alla realizzazione di un piano industriale di ammodernamento e di sviluppo della rete autostradale italiana che però preveda linee di crescita anche all’estero». E ancora: «Abbiamo pochi campioni nazionali. E dobbiamo fare di tutto per valorizzarne le competenze tecniche anche attraverso l’adozione di una governance trasparente e attenta ai temi della sostenibilità».

LA PROSPETTIVA

Una spiegazione che, letta in filigrana, somiglia molto a un guadagnare tempo in funzione dell’allungamento della trattativa Atlantia-Cdp, che potrebbe portare a un cambiamento della struttura dell’operazione aprendo così varchi potenziali a chi ne abbia interesse. Nell’emisfero di F2i, di recente costituzione è il Quarto Fondo, istituito insieme ad Ania con un target di mezzo miliardo di raccolta da investire in infrastrutture per l’Italia, con un’attenzione ai temi della sostenibilità, nel cui solco ha già effettuato tre investimenti nel settore della logistica legata alla mobilità. «F2i si è resa protagonista negli ultimi mesi - afferma Ravanelli - di un importante progetto industriale in un settore strategico dell’economia nazionale che è quello portuale e della logistica via terra». In un contesto in cui si guardava allo sbarco di operatori cinesi nei porti merci italiani, il gruppo F2i è riuscito ad aggregare le società di gestione dei porti commerciali di Marghera, Chioggia, Monfalcone, Carrara e Livorno creando il principale operatore italiano nella gestione di merci rinfuse, e a integrare tali attività nel trasporto via ferro tramite l’acquisizione di Cfi, primo operatore privato italiano.  Il rafforzamento e la crescita dimensionale degli operatori è il tratto caratterizzante di F2i e ciò si è concretizzato anche nel comparto aeroportuale e nel settore della distribuzione del gas. Sicché al fondo fa capo la gestione del principale network aeroportuale italiano che comprende gli scali di Linate e Malpensa, Napoli e Salerno, Torino, Trieste, Alghero e, da venerdì 26 febbraio, Olbia. Nel settore delle reti, F2i ha nel tempo fatto crescere 2i Rete Gas, il principale operatore nazionale per estensione della rete di distribuzione gestita: con più di 2 mila dipendenti, serve 4,5 milioni di clienti in oltre 2.100 comuni e gestisce oltre 66 mila chilometri di rete attraverso cui distribuisce quasi 6 miliardi di metri cubi di gas ogni anno.

I SETTORI

Quanto alla transizione energetica, F2i si colloca addirittura ai vertici delle classifiche europee. «In questo segmento abbiamo quale obiettivo la crescita industriale di Sorgenia cui abbiamo conferito i nostri asset eolici e le attività nelle biomasse vegetali, e quella di EF Solare che è il principale produttore di energia prodotta da fonte solare in Italia ed è leader in Europa dopo le recenti acquisizioni in Spagna», prosegue Ravanelli. L’altro settore in cui F2i è impegnata è quello delle tlc dove opera con EiTowers, acquisita nel 2018 rilevandone il controllo da Mediaset attraverso il lancio di un’Opa totalitaria. L’operazione su EiTowers ha aperto le porte alla realizzazione di un unico operatore nel settore delle torri per la trasmissione del digitale terrestre che potrebbe concretizzarsi attraverso una fusione con Rai Way. L’aggregazione avrebbe un forte connotato industriale e consentirebbe un rapido ridisegno della rete infrastrutturale volta a favorire il rilascio di frequenze per lo sviluppo della tecnologia 5G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA