Noberasco, le spremute fresche non bastano: la frutta secca alle prese con il debito

Noberasco, la frutta secca alle prese con il debito

Noberasco, le spremute fresche non bastano: la frutta secca alle prese con il debito
di Rosario Dimito
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:48

Noberasco, facile star bene.

Lo slogan che ha accompagnato il lancio delle prime spremute a freddo e biologiche con il nome “Extratti”, allo stato non riesce a restituire vitalità alla società savonese produttrice di frutta secca venduta negli Autogrill. È un business che ha margini di guadagno risicati, su cui impatta la competizione di marchi meno conosciuti ma meno costosi e in più il Covid, paralizzando gli spostamenti, ha acuito la crisi della Noberasco che ha chiuso il 2022 con 110 milioni di ricavi e una perdita di 500mila euro, dopo un trend di crescita sproporzionato che aveva portato in dieci anni il fatturato da 50 a 140 milioni. Sullo stato di salute di Noberasco spa continua a pesare l’investimento di 55 milioni di euro per costruire il nuovo stabilimento a Carcare, piccolo centro del savonese che rappresenta una cattedrale nel deserto. Le banche esposte per circa 84 milioni, di cui 12 milioni ipotecari, hanno rotto gli indugi incalzando l’ad Mattia Noberasco, esponente della quarta generazione: in prima fila Bper che ha 37 milioni comprensivi dei prestiti di Carige, Popolare Sondrio 10 milioni, Intesa Sanpaolo 8 milioni, Banca Alba 7 milioni, Mps 5 milioni. Di recente è stato insediato Antonio Cellie che è anche alla guida di Fiera di Parma come chief restructuring officer.

Il manager è al lavoro per efficientare la gestione, tagliare i costi, rivedere le politiche commerciali, dismettere qualche immobile non funzionale per 4-5 milioni. Ma per far fronte alle necessità di cassa impellenti, sarebbe necessario un intervento di nuova finanza di 15-20 milioni. E siccome gli istituti tradizionali non vogliono aprire il rubinetto, la liquidità è stata chiesta a Dea Capital Alternative Funds, Clessidra restructuring, Illimity, Kryalos. Finora il negoziato non ha prodotto risultati concreti anche perché si attende la predisposizione di un piano su cui è al lavoro Deloitte, all’interno della composizione negoziale della crisi con la nomina di un esperto indipendente. Il piano, a marzo, prevederà allungamento delle scadenze e stralcio del debito.

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