Glifosato, scatta il divieto ma non sul grano importato

Glifosato, scatta il divieto ma non sul grano importato
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Lunedì 22 Agosto 2016, 13:00
(Teleborsa) - Scatta in Italia il divieto ad utilizzare il glifosate nelle coltivazioni in pre-raccolta "al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura" ma occorre ora adottare coerentemente misure precauzionali sull'ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano, utilizzato per la pasta, proveniente da USA e Canada dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire "artificialmente" un livello proteico elevato. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'entrata in vigore in Italia dal 22 agosto del decreto del Ministero della Salute che ha disposto la revoca delle autorizzazioni all'immissione in commercio e modifica delle condizioni d'impiego di alcuni prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate, sospettato di essere cancerogeno. L'Italia - sottolinea l'Associazione che rappresenta l'agricoltura del Belpaese - è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari ma sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall'estero e di queste oltre la metà per un totale di 1,2 milioni di tonnellate arrivano dal Canada, con note marche che lo usano in maniera esclusiva facendone addirittura un elemento di distintività. Il risultato è che quasi un pacco di pasta fatto in Italia su cinque è fatto con grano canadese che continua ad essere trattato con glifosate nonostante il divieto imposto in Italia. "Con questa scelta l'Italia si conferma all'avanguardia in Europa e nel mondo nelle politiche rivolte alla sicurezza alimentare ed ambientale ma non siamo all'altezza nella difesa dei cittadini se non verranno bloccate le importazioni dai Paesi che continuano ad utilizzare il glifosate in preraccolta" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "l'agricoltura italiana è la più green d'Europa con il divieto all'utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 14 volte quella dei prodotti extracomunitari (5,7%)". Il Glifosato è definito un erbicida "totale" (non selettivo: uccide qualsiasi vegetale), scoperto dal gigante delle sementi OGM Monsanto, da essa brevettato (brevetto scaduto nel 2001) e venduto con il nome commerciale Roundup. La Monsanto lo pubblicizza come "ecologico" e "biodegradable", ma l'Alta Corte Francese ha confermato la condanna al gigante agrochimico USA proprio per aver mentito su questo aspetto, in quanto sembra che la sostanza permanga nel terreno per anni. Prodotto chimico controverso, il glifosato è considerato da IARC (International Agency for Research on Cancer) come probabilmente cancerogeno ed è sempre stato al centro di aspre polemiche, anche se alcune ricerche hanno avuto esiti diversi, con indicazioni di rischio limitato per l'uomo.
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