"Da Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico - aggiunge - ho tutta la volontà di favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy e nessuno vuole demonizzare le attività legate all'uso di piattaforme innovative. Ma ho il dovere di tutelare i ragazzi che lavorano in questo settore. I riders oggi sono il simbolo di una generazione abbandonata dallo Stato".
"Le innovazioni servono a far migliorare la qualità della vita dei cittadini - ha precisato Di Maio - e se si creano ingiustizie a scapito di giovani o meno giovani, spetta allo Stato intervenire con fermezza. Da Ministro ho deciso di dichiarare guerra al precariato. Lo stato continuo di precarietà e incertezza dei giovani italiani sta disgregando la nostra società. Sta facendo impennare il consumo di psicofarmaci e calare la crescita demografica".
"La mia intenzione - conclude il Ministro nel post su FB - è garantire da un lato le condizioni migliori per i lavoratori, dall'altro consentire alle aziende di operare con profitto per creare nuovo lavoro. Se lavoriamo insieme l'Italia diventerà il modello da seguire per le attività legate alle imprese che operano su piattaforme digitali. Ma sia chiaro: non si accettano ricatti. I nostri giovani prima di tutto".
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