Avio, debutto stellare a Piazza Affari: +6% davanti a Samantha Cristoforetti. Il razzo Vega sfida Bezos e Musk

Avio, debutto stellare a Piazza Affari: +6% davanti a Samantha Cristoforetti. Il razzo Vega sfida Bezos e Musk
di Jacopo Orsini e Paolo Ricci Bitti
5 Minuti di Lettura
Lunedì 10 Aprile 2017, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 11:52

AstroSamantha ha di nuovo portato bene a Avio: c'era anche lei a Milano a Piazza Affari per l'esordio stellare dell'azienda aerospaziale di Colleferro il cui titolo ha chiuso la seduta in rialzo del 6,6% a 13,40 euro, dopo essere arrivato a guadagnare oltre il 10% e aver toccato un massimo di 13,95 euro. La Cristoforetti, prima astronauta italiana e detentrice del record di permanenza prolungata nello spazio, aveva tenuto a battesimo insieme al collega Paolo Nespoli anche il primo lancio del razzo  Vega il 13 febbraio 2012: da allora il vettore, realizzato per il 70% in Italia dall'Avio, ha infilato altri otto lanci perfetti dalla base di Kourou nella Guyana Francese con un percorso netto senza precedenti nella storia delle imprese spaziali che ha permesso di riempire di commesse il portafogli. E sempre continuando a fornire booster (razzi ausiliari) al razzo Ariane. 

Di primato in primato, insomma: «È la prima volta al mondo che un produttore di lanciatori spaziali si quota in Borsa. Siamo una public company tecnologica, con oltre 100 anni di storia,», ha detto oggi l'ad della società Giulio Ranzo dopo il suono della campanella che ha dato il via alla giornata di Borsa e dopo aver definito una delle «eccellenze italiane» nel settore spaziale l'astronauta Cristoforetti, accompagnata a Milano da Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana. Soddisfazione anche da parte di Mauro Moretti, ad di Leonardo,  che ha raddoppiato la sua storica presenza in Avio (dal 14% al 28%). 



La delegazione dell'Avio a Milano

E brindisi anche a Colleferro, la cittadina laziale di 21mila abitanti nata di fatto nel 1912 attorno al primo stabilimento della Bpd la cui epopea è stata oggi ereditata da una delle fabbriche più avanzate al mondo in cui lavorano oltre 850 tecnici ad altissima specializzazione, calamita di cervelli da tutto il mondo. E' l'Avio di Colleferro che permette all'Italia di appartenere al ristrettissimo club di nazioni in grado di portare nello spazio i satelliti senza i quali non è nemmeno concepibile la nostra vita di tutti i giorni. E quella del futuro.  Un orgoglio che lega gli abitanti di Colleferro da tre generazioni,  prima con i booster per Ariane e quindi con Vega, abituate a vedere il nome della loro cittadina legato a imprese spaziali. Pure Colleferro è, insomma, quotata in Borsa: e non è solo una metafora perché numerosi dipendenti hanno comprato il 4% della società  che ha fra i suoi clienti anche Google. 
 

 


Con le spalle più larghe grazie alla quotazione in Borsa, Avio continua a sfidare i colossi della corsa allo spazio, le aziende dei miliardari della silicon valley Blu Origin (Jeff Bezos, Amazon) e SpaceX (Elon Musk, Tesla), da tempo in prima linea nella space economy. Nelle imprese spaziali credono anche, come dimostrano i loro colossali investimenti, Richard Branson, con la sua Virgin Galactic, e Warren Buffett. Imprese che danno profitti (per ogni dollaro investito nello spazio se ne ricavano da 3 a 8) e che, ricordano sempre i visionari tycoon americani che hanno spostato l'orizzonte fino a Marte , sono fonte di ispirazione per le nuove generazioni.

Avio opera in un mercato a elevatissime potenzialità di crescita: si stima infatti che nei prossimi cinque anni saranno mandati nello spazio più di mille satelliti, più del doppio rispetto ai cinque anni precedenti. La sfida è e sarà sarà sempre più basata su affidabilità e costi: due atout dell'azienda di Colleferro che ha ideato e sviluppato ad esempio la tecnologia rivoluzionaria dei motori (gli stadi dei razzi) in filo di carbonio: "bozzoli" giganteschi, ma leggerissimi e ad alte prestazioni. Con il peso risparmiato nei propulsori che diventa un maggior carico utile pagante. 


Il razzo Vega

ll debutto in Borsa dell'azienda di Colleferro, tra i principali fornitori dell'Agenzia spaziale europea, non è stato preceduto da un'ipo (offerta pubblica iniziale) tradizionale. Nella compagnia aveva investito infatti lo scorso ottobre la società di investimento Space 2 di Sergio Erede e Gianni Mion. L'operazione di quotazione tecnicamente ha preso quindi la forma di un "reverse merger", cioè una fusione di Avio nel veicolo di investimento Space 2, che era già quotato sul mercato, che ha poi preso il nome della società aerospaziale. La società di investimento di Erede e Mion aveva scommesso sul successo di Avio rilevandone il controllo dai fondi Civen insieme a Leonardo (azionista della società fin dal 2003).

Avio è quotata nel segmento Star di Borsa Italiana dedicato alle medie imprese con capitalizzazione compresa tra 40 milioni e 1 miliardo di euro che si impegnano a rispettare determinati requisiti di eccellenza, trasparenza, corporate governance e liquidità.

L'anno 2015 si è chiuso per Avio con un fatturato in crescita a 257 milioni e un margine lordo (ebitda adjusted) di 36 milioni di euro, ma il dato più interessante è costituito dalla fortissima crescita degli ordini (+33%).

«La quotazione ci permetterà di accelerare i nostri investimenti per la crescita e lo sviluppo di nuovi prodotti» attingendo al mercato dei capitali, ha spiegato ancora Ranzo. «Dal 2015 stiamo lavorando al nuovo lanciatore Vega C e ai motori del primo stadio dell'Ariane 6 che voleranno nel 2019 e 2020.
Dall'inizio dell'anno abbiamo iniziato lo sviluppo di Vega E che volerà nel 2025». Per il momento non sono previste fusioni o acquisizioni anche perché nel settore «le combinazioni sono molto complesse». 





 

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