ANPAM, Fiocchi: "Comparto armiero un'eccellenza produttiva Made in Italy"

ANPAM, Fiocchi: "Comparto armiero un'eccellenza produttiva Made in Italy"
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Venerdì 21 Settembre 2018, 11:30
(Teleborsa) - Dopo lo scontro fra il Ministro dell'Interno Matteo Salvini e il Presidente dell'Anm (Associazione nazionale magistrati), Francesco Minisci, continua a far discutere il Ddl depositato al Senato che potrebbe aprire a una liberalizzazione nella vendita delle armi.

Ma quanto vale il settore? I dati più recenti quantificano in 7,3 miliardi di euro il valore diretto e indiretto del settore in Italia (lo 0,44% del PIL), trainato dal segno positivo della produzione che cresce grazie all'export (90%) e con un lieve calo dell'indotto rispetto al 2010. Il settore lo scorso anno contava 2.334 imprese (+3% rispetto al 2010) e oltre 87mila occupati (-7,1% rispetto a otto anni fa). Il settore produttivo di armi e munizioni è cresciuto del 19% rispetto al 2010, trainato dall'export che incide per il 90,3% (+6,3% rispetto al 2010).

Il valore economico del comparto (produzione di armi e munizioni, compreso il sistema di fornitura e i distributori) ammonta ad oltre 909 milioni di euro (+20% rispetto al 2010, trainato dall'esportazione), con un impatto stimato di oltre 759 milioni di euro. Tuttavia cala il valore dei settori collegati alla domanda finale di prodotti e servizi da parte di cacciatori e tiratori sportivi che si attesta su 3 miliardi e 300 milioni euro (-16% rispetto al 2010).

Sul valore complessivo del settore pari a 7,29 miliardi pesa infatti rispetto al 2010 l'effetto del calo dell'indotto tutto ascrivibile al mercato domestico legato ad attività venatorie e sportive. Su questi comparti ha agito la crisi, ma anche una legislazione che penalizza il settore in Italia rispetto ad altri paesi.

Questo il commento di Stefano Fiocchi, Presidente ANPAM (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili) in merito alle ricadute economiche sul settore dal recepimento della direttiva sulle armi: "Il recepimento della direttiva UE 2017/853 (che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio Ue, relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, ndr) non avrà particolare incidenza sul comparto armiero, che rappresenta, con oltre 2.300 imprese e oltre 87mila occupati, un'eccellenza produttiva made in Italy apprezzata in tutto il mondo. Le modifiche adottate, non particolarmente rilevanti poiché la legislazione italiana è già sufficientemente restrittiva – afferma Fiocchi – non produrranno significative variazioni sul settore, che si basa per il 90% sull'export".

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