Whirlpool, gli esuberi salgono a 2.060. Il governo: il piano dell'azienda è inqualificabile

Whirlpool, gli esuberi salgono a 2.060. Il governo: il piano dell'azienda è inqualificabile
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Mercoledì 20 Maggio 2015, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 08:05
Whirlpool ha presentato un nuovo piano di ristrutturazione che prevede 2.060 esuberi in Italia, 480 in più di quanto già annunciato. Gli esuberi, dice Gianluca Ficco della Uilm, su 6.700 dipendenti, sono 1.430 nelle fabbriche, 150 nella Ricerca & sviluppo e 480 nell'amministrazione.



«Il Governo, dopo un mese di continue riunioni con l'azienda e le organizzazioni sindacali, ritiene inqualificabile il piano Whirlpool perché in questo lasso di tempo non sono stati fatti passi avanti», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che, insieme al sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, ha presieduto un nuovo incontro tra le parti sociali. Il ministro ha ribadito la disponibilità del Governo a riconvocare le parti «anche immediatamente» ma soltanto dopo che l'azienda avrà presentato nuove proposte «credibili e tangibili» che diano certezze ai lavoratori del gruppo e che rispondano all'esigenza, più volte sottolineata dal ministro, di preservare gli aspetti occupazionali.



«Continuiamo a non essere d'accordo, continuiamo a pensare che gli accordi fatti all'epoca di Indesit vanno mantenuti e quindi chiediamo a Whirlpool di ripresentare il proprio piano industriale», aggiunge il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.



«L'annuncio di oggi fa precipitare tutto. Tagli e ridimensionamento fanno apparire meno credibile il piano di sviluppo presentato», afferma il leader della Cgil Susanna Camusso. «Mi ha colpito la dichiarazione del ministro Guidi che ha definito inqualificabile il comportamento della Whirlpool - aggiuge Camusso -. Se un ministro proveniente dal mondo confindustriale usa una definizione così netta rappresenta bene la distanza tra quanto detto in precedenza e quanto avvenuto oggi».



Dal numero degli esuberi, sottolinea ancora Ficco, «andrebbero però detratti i 280 incrementi occupazionali che sono programmati a Cassinetta (Varese)». Dei 480 nuovi esuberi annunciati negli uffici amministrativi, 200 sono a Varese, 200 a Fabriano, 80 a Milano. Inoltre «Whirlpool sta valutando di accorpare i siti di Comerio (Varese) e di Milano in un'unica sede ancora da individuare in Lombardia». Secondo quanto riferisce la Uilm «anche per gli impiegati, Whirlpool dichiara la disponibilità a non licenziare fino al 2018, a patto di avere gli ammortizzatori sociali necessari».



«Il piano industriale deve essere modificato, in modo da escludere davvero chiusure e licenziamenti, rispettando gli impegni presi in passato non solo con i lavoratori ma anche con le Istituzioni. Chiediamo il pieno appoggio del Governo per far cambiare idea alla multinazionale americana», dice ancora Ficco.



Serve «una svolta decisiva alla vertenza» da accompagnare con uno sciopero generale di tutto il gruppo Whirlpool. È la Fiom a profilare la possibilità che contro gli oltre 2000 esuberi annunciati oggi possano scendere in piazza tutti i lavoratori del gruppo. «Whirlpool scopra tutte le carte per un esito diverso da quello previsto dal piano», dicono le tue blu della Cgil.



«A questo punto siamo per proporre alle altre organizzazioni una grande mobilitazione di tutto il gruppo e di andare negli stabilimenti a discutere con i lavoratori», commenta il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini.



La richiesta di Whirlpool di aumentare gli esuberi da 1.350 a 2.060, arrivando al taglio del 30% dei dipendenti in Italia è «irresponsabile» per il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli che chiede al «Governo una risposta chiara e forte o lo scontro sarà inevitabile».



Whirlpool ha spiegato che «l'acquisizione di Indesit ha raddoppiato le dimensioni dell'azienda in Europa ma ha avuto come risultato anche la duplicazione di alcuni ruoli, che al momento deve essere affrontata al fine di assicurare un'organizzazione efficiente ed efficace». In una nota l'azienda ribadisce che «seguendo l'approccio adottato finora nel processo di integrazione, e in linea con quanto è stato annunciato nel piano industriale per l'Italia, l'Azienda conferma la propria disponibilità a non procedere con licenziamenti unilateriali fino alla fine del 2018 anche per la popolazione impiegatizia».



Nel piano di riordino degli impiegati «sarà creata un'organizzazione sostenibile, assegnando responsabilità precise a ciascuna sede. Allo stesso tempo verrà preservata una struttura multi-regionale, mantenendo la presenza nelle regioni dove abbiamo oggi i nostri centri amministrativi, facendo leva sulle migliori abilità e competenze».