Vino, a Piacenza 800 imprese celebrano un atto politico

Vino, a Piacenza 800 imprese celebrano un atto politico
di Emanuele Schipilliti
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Mercoledì 3 Dicembre 2014, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 12:54
La quarta edizione del mercatino della FIVI si è svolta anche quest’anno a Piacenza nelle giornate di sabato 29 e domenica 30 novembre. Un’esperienza da non perdere. Fare vino è un atto politico.

La nobile espressione di quest’atto la si ritrova nella creatività e nel dinamismo di 800 piccole imprese vitivinicole che si prendono cura di 8000 ettari vitati in tutte le regioni Italiane e che insieme producono ogni anno 56 milioni di bottiglie esportando anche all’estero per un valore pari a 200 milioni di euro.

Nel susseguirsi di assaggi, verticali , degustazioni ed ottimi acquisti sono gli incontri diretti con questi vignaioli-artigiani a fare la fortuna di questo appuntamento.



Nei calici il lavoro di questi “servi della terra” si esprime al massimo. Il concetto di trasferimento della personalità al vino si semplifica nell’accattivante possibilità di degustare allo stesso tempo vino, vignaiolo e terroir. In occasioni come queste educazione e cultura si intrecciano legando ad ogni bottiglia un viso e ad ogni sorso l’intelligenza della natura che questi viticoltori possiedono.



Quello che questo mondo artigianale comunica a pieno titolo è la tradizione italiana di considerare il vitigno servo del territorio ed il viticoltore il diretto ed unico responsabile dell’intera filiera produttiva che in questo modo esprime al massimo la capacita di produrre allo stesso tempo un alimento di grande qualità ed un mezzo per recuperare la dignità del Popolo italiano nel mondo.



Quella della FIVI è la dignità della provincia italiana che si pone il problema della sua originalità, libertà ed indipendenza. Scheletro sano dell’Italia, che ha come icona ed ispiratore Luigi Veronelli , ricordato nei tanti brindisi fatti nei vari banchi d’assaggio e nelle belle parole spese in suo ricordo dai tanti amici vignaioli presenti.



Fare vino è anche un’ atto d’amore. L’amore che questi vignaioli –artigiani mettono nel custodire e tutelare le tradizioni produttive italiane. Il valore peculiare delle loro realtà viticole regionali assolutamente necessita di essere indicato sulle etichette dei loro vini permettendo di acquisire una maggiore chiarezza sul mercato globalizzato e valorizzando al meglio l’impareggiabile patrimonio di biodiversità che l’Italia possiede a livello mondiale.



La qualità dei molti vini degustati in questa due giorni di gusto e civiltà è ottima ed il rapporto qualità/prezzo straordinario. L’ego dei vignaioli presenti ha riempito la Fiera di Piacenza di allegria e buon umore. Si sono riscontrate punte di eccellenza in quelle realtà in cui i vigneti sono condotti a regimi biologici/biodinamici che nel caso degli associati FIVI ammontano a circa il 49% mentre il restante 41% è secondo la viticoltura convenzionale ed il restante 10% secondo i principi della lotta integrale.



Nel caos tutto ha una ragione d’essere, anche nel vino italiano che ha la sua fortuna nelle radici di vigne che devono essere valorizzate al meglio e nel lavoro dei tanti contadini che non vanno dimenticati dalle istituzioni nella solitudine che spesso accompagna gli eroi.