Borse europee in rosso. I listini cinesi recuperano nel finale

Borse europee in rosso. I listini cinesi recuperano nel finale
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Mercoledì 19 Agosto 2015, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 09:32
Borse europee in profondo rosso, mentre recuperano nel finale di seduta e chiudono positive le borse cinesi dopo il nuovo calo delle altre piazze asiatiche.



A deprimere i listini sono i tumori per un rallentamento dell'economia cinese che potrebbe seriamente compromettere la ripresa economica mondiale. Timori condivisi anche da Wall Street, in netto calo anche per via dell'aumentata consapevolezza che la Federal Reserve non attenderà a lungo per dare il via al rialzo dei tassi. I dati sull'inflazione hanno infatti confermato un quadro poco preoccupante, aumentando le speculazioni per un rialzo dei tassi a settembre, o comunque entro l'anno.



Tra le principali Borse europee, pessima performance per Francoforte, che registra un ribasso del 2,14%. Sessione nera per Londra, che lascia sul parterre una perdita dell'1,80%, mentre Parigi affonda dell'1,64%. A Milano, forte calo dell'indice Ftse Mib (-1,77%), che ha toccato 22.975 punti.



Tra le migliori azioni italiane più capitalizzate, giornata moderatamente positiva per Banco Popolare con il mercato che torna a speculare su possibili operazioni di fusioni e acquisizioni alla luce della riforma delle popolari. Moderato aumento anche per UBI Banca, anche se le vere protagoniste di questa sessione caratterizzata da pochi spunti e bassi volumi per il clima estivo sono state MPS e Banca Carige su rumors relativi a ipotesi di aggregazioni. Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Prysmian in scia al crollo del rame. Pesanti Salvatore Ferragamo e Tod's, mentre tra gli energetici ha fatto male Eni. Altro exploit di Prelios, ancora su indiscrezioni relative all'interesse da parte di alcune società.



Cina. Sui listini continuano a pesare i timori di una riduzione delle misure di sostegno del governo di Pechino al mercato azionario, dopo che venerdì scorso la China Securities Finance Corporation, l'agenzia statale incaricata di sostenere il corso delle azioni, ha annunciato che ridurrà gli acquisti in presenza di una volatilità più contenuta. Inoltre l'avvio della svalutazione dello yuan da parte della banca centrale alimenta la preoccupazione di una fuga di capitali dal Paese.



Ad alimentare i crolli si aggiungono anche le valutazioni stratosferiche delle azioni cinesi: i titoli quotati a Shanghai e Shenzhen, riporta Bloomberg, vengono scambiati a una media di 72 volte gli utili registrati nell'ultimo esercizio. Dal picco del 12 giugno Shanghai ha ceduto il 30% ma nell'anno precedente era salita del 152%.



Tokyo in calo. L'indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in flessione dell'1,61% sui timori per una frenata dell'economia cinese e sull'instabilità dei listini del colosso asiatico.
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