Tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro avrà bisogno di 1,3 milioni di laureati e 1,5 milioni di diplomati, corrispondenti nel complesso al 68% del fabbisogno occupazionale del quinquennio, mentre a oltre 580mila lavoratori sarà richiesta almeno una qualifica professionale. Nelle macrotendenze del mercato del lavoro si inserisce il fabbisogno del settore energia, uno di quelli con le migliori prospettive di crescita e che avrà un bisogno più forte e spiccato di competenze professionali. Spiccate abilità tecniche, elevate competenze digitali, il tutto unito alla consapevolezza di prendersi cura di un servizio essenziale, che incide direttamente sulla vita di tutti noi: il bagaglio di capacità e conoscenze oggi necessario ai nuovi professionisti delle reti elettriche è sempre più ampio. Un ruolo quanto mai delicato, a maggior ragione in un momento storico in cui ai repentini cambiamenti dovuti alla transizione energetica deve corrispondere un altrettanto veloce adattamento della rete che deve supportarne i flussi, garantirne l’efficienza e assicurarne la sicurezza. Lo sanno bene le imprese, che di tecnici della rete del futuro hanno bisogno più che mai; ma al netto di una richiesta in costante crescita si tratta di un segmento del mercato del lavoro ancora molto disomogeneo, se è vero che secondo l’ultimo rapporto Excelsior-Unioncamere nel mismatching tra domanda e offerta di queste nuove figure professionali c’è una differenza che va oltre il 55 per cento.
POCHI LAUREATI
Nel complesso il confronto domanda-offerta evidenzia un mismatch quantitativo di oltre 50mila laureati in media all’anno, con gravi carenze nel personale medico e sanitario (potrebbero mancare 19mila laureati all’anno), nelle lauree STEM (meno 22mila) e nell’area economico-statistica (meno 17mila). Per i diplomi si stima un’offerta più alta della domanda per circa 17mila unità in media annua. Ma analizzando nello specifico gli indirizzi emergono alcuni forti mismatch, con potenziali situazioni di carenza di offerta per gli indirizzi amministrazione-marketing, socio-sanitario, costruzioni e trasporti-logistica. Risulta in forte disequilibrio anche il rapporto tra il fabbisogno annuo di qualificati e diplomati IeFP e l’offerta.
IL FATTORE UMANO
Con il programma, attivo in tutta Italia, Enel punta a inserire nel mondo del lavoro circa 5.500 giovani nei prossimi due anni, professionisti specializzati a disposizione delle sue imprese fornitrici. Un percorso che passa necessariamente per la valorizzazione del fattore umano. I giovani diventano protagonisti del cambiamento perché sono al centro di un percorso in cui alla qualità della didattica viene associata l’immediata possibilità di mettere in pratica il know-how acquisito durante la formazione; oltre ai moduli e agli approfondimenti teorici il programma prevede infatti lo svolgimento di esercitazioni e simulazioni, organizzate in strutture attrezzate per replicare esattamente i diversi elementi di un impianto elettrico e fornire così un contesto verosimile agli interventi manutentivi. Viene così accelerato il passaggio fondamentale che consente di prendere subito confidenza con l’approccio al lavoro, creando un ponte virtuoso tra mondo della formazione e ambito professionale che mira a sfruttare appieno le potenzialità di una rete elettrica sempre più smart e digitale offrendo al Paese i tecnici dell’energia del futuro.