Visco: «Ripresa italiana merito soprattutto della Bce»

di Luca Cifoni
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Martedì 31 Maggio 2016, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 14:05
Buona parte della ripresa dell'economia italiana dipende dalle eccezionali misure di politica monetaria messe in campo dalla Bce; ma hanno contribuito positivamente, pur se con minore intensità, anche i provvedimenti di stimolo decisi dal governo. Ora però servono interventi più decisi per rafforzare il potenziale di crescita del Paese le cui prospettive sono «deludenti». L'analisi del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nelle sue Considerazioni finali  guarda all'Europa e dà un giudizio positivo sull'interpretazione più flessibile delle regole data in tempi recenti dalla commissione di Bruxelles. Ma contiene anche la richiesta di «fare di più» per tornare ai livelli produttivi precedenti alla crisi. Sul fronte dei conti pubblici resta cruciale l'obiettivo di ridurre il debito pubblico: un calo della sua incidenza sul Pil quest'anno appare comunque difficile.

Come era inevitabile dopo mesi di forte turbolenza, il capitolo più atteso  dell'intervento del governatore  era quello dedicato al sistema bancario e in particolare alla crisi dei quattro istituti che ha pesantemente coinvolto i risparmiatori. Visco ha difeso l'operato di Via Nazionale ricordando come siano cambiati gli strumenti di intervento a disposizione in particolare per il divieto di utilizzare risorse pubbliche (tra cui il fondo di garanzia dei depositi che ricade negli aiuti di Stato) ma si è detto aperto a«critiche costruttive». Un po' inusualmente, terminate le Considerazioni, ha anche rinviato ad una sua audizione dello scorso aprile in Senato chi si fosse aspettato un'esposizione più dettagliata sul punto.

In assenza di maggiori spazi di manovra è positiva la valutazione di Bankitalia sulle soluzioni messe in campo come il fondo Atlante. Il governatore però ritiene possibile correggere le attuali regole europee per la risoluzione delle crisi bancarie, con l'obiettivo di «risolvere in modo ordinato situazioni difficili da recuperare». Le banche italiane poi devono proseguire i processi di aggregazione e di innovazione mentre a quelle più in difficoltà sono richieste ulteriori azioni di contenimento dei costi. 
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