L'Università di Yale: «Bitcoin tossico». I gemelli Winklevoss, i nemici di Mr Facebook, i primi miliardari grazie alla valuta digitale

Sportello Atm per Bitcoin
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Martedì 5 Dicembre 2017, 19:03
Per l’Università di Yale non ci sono dubbi. Il misterioso Bitcoin, la criptovaluta più popolare del momento, che guadagna più del 1.000% da inizio anno e viaggia verso la soglia record di 12.000 dollari, «è una pericolosa bolla speculativa». A sostenerlo è Stephen Roach, associato della Yale University ed ex economista di Morgan Stanley, che spiega in un’intervista a Cnbc come la valuta digitale sia «un concetto tossico per gli investitori». Roach, è conosciuto come uno degli economisti più autorevoli di Wall Street, e se ha usato parole tanto dure quantomeno c’è da aprire gli occhi sui rischi che girano intorno ai Bitcoin. «È pericolosa da ogni punto di vista, al di là dell’immaginazione. Non ho mai visto grafici sull’andamento di una security dove il prezzo ha un andamento verticale. Bitcoin ha l’andamento più verticale che abbia mai visto nella mia carriera», ha concluso. Altro che bolla Dot.com. Del resto, nonostante la febbre crescente, sono in molti da una parte all’altra dell’Oceano a liquidare la valuta digitale come una falsa valuta. Ieri si è fatta risentire anche l’Abi. «Sono preoccupato» della crescita del Bitcoin e del rischio «bolla», ha detto il dg dell’Abi Giovanni Sabatini parlando in audizione alla Commissione Finanze della Camera in si è anche chiesto, appunto, se possa essere definita una valuta «uno strumento il cui valore può scendere o salire del 20-30% da un giorno all’altro». Se «si tratta di uno strumento di investimento», ha aggiunto, «è il nuovo oro del mondo virtuale, un mercato totalmente opaco e non regolato», «per non parlare dei temi di antiriciclaggio e lotta al terrorismo».
Dunque, serve «una riflessione delle autorità di vigilanza internazionali». C’è però chi intanto ha già scommesso e anche guadagnato tanto dalla corsa dei Bitcoin. I gemelli Winklevoss, gli imprenditori diventati famosi per aver fatto causa a Mark Zuckerberg accusandolo di aver rubato loro l’idea di Facebook durante gli anni dell’università ad Harvard, potrebbero infatti essere i primi imprenditori al mondo a essere diventati miliardari grazie a Bitcoin. Lo ha rivelato il Telegraph, con una notizia poi rilanciata dal Times e dal Guardian. Tyler e Cameron Winklevoos, 36 anni, immortalati nel celebre film The Social Network di David Fincher (2010), l’11 aprile 2013 avevano dichiarato al New York Times di aver investito in Bitcoin 11 dei 65 milioni di dollari vinti nella causa contro il numero uno di Facebook, creando così uno dei più grossi portafogli nella criptovaluta al mondo. Allora si trattava dell’1% dell’intera quantità di Bitcoin in circolazione. Circa 100mila monete digitali. La conferma potrebbe arrivare solo da loro, che al momento non hanno dichiarato nulla. Ma da quello che hanno detto nelle successive interviste non hanno mai rivenduto quei Bitcoin, che quindi rimangono un loro asset di investimento. Oggi quei 100mila Bitcoin, dopo il rialzo dei prezzi degli ultimi giorni che hanno portato la criptovaluta a sfondare il tetto dei 10mila dollari, consentirebbero al patrimonio dei due fratelli di superare facilmente il miliardo di dollari, a fronte del patrimonio di Zuckerberg oggi a circa 70 miliardi.
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