L'Ue verso il sì alla flessibilità ma chiede garanzie sul debito pubblico

Pier Carlo Padoan
di Andrea Bassi
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Lunedì 16 Maggio 2016, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 08:12

Al Tesoro si attendono che la lettera da Bruxelles arrivi entro la giornata di oggi. Da quello che la Commissione europea metterà nero su bianco, si capirà anche cosa succederà dopodomani, se l'Ue concederà all'Italia tutta la flessibilità richiesta. Gli uomini di Pier Carlo Padoan sono fiduciosi. Lo spazio di manovra all'Italia sarà sicuramente concesso per quest'anno e, probabilmente, anche per il prossimo.

Qualche richiamo potrebbe arrivare sul debito, che secondo le previsioni di Roma quest'anno dovrebbe scendere dal 132,7% al 132,4%, mentre secondo Bruxelles rimarrà invariato nonostante il target della Commissione fosse del 130,2. La partita più complessa, in realtà, non è tanto quella sulla flessibilità di quest'anno, quanto quella per il 2017. Il governo italiano nel Def, aveva già chiarito di non poter rispettare per il prossimo anno l'aggiustamento previsto dalle regole europee, perché ritenuto «inopportuno e controproducente».

Quello che su questo punto dirà Bruxelles sarà fondamentale per capire quali spazi di manovra avrà Matteo Renzi in autunno con la legge di Stabilità, un provvedimento con il quale il governo avrebbe comunque intenzione di dare un segnale sulle tasse. All'Europa il governo italiano ha comunicato un deficit programmatico dell'1,8%, contro un deficit tendenziale dell'1,4%. Lo 0,4% di differenza, che fanno circa otto miliardi di euro, secondo le intenzioni di Roma servirà ad assorbire metà dell'aumento Iva che altrimenti scatterebbe in automatico il prossimo anno. Siccome il conto totale del rincaro dell'imposta è di circa 15 miliardi, per azzerarla del tutto il governo dovrà trovare risorse per almeno altri 7-7,5 miliardi di euro. Nella lettera inviata da Padoan la settimana scorsa alla Commissione europea, il ministro ha sottolineato che la clausola sull'Iva verrà superata solo se si troveranno risorse alternative.
 
GLI INTERVENTI
Il governo ha già in cantiere una serie di misure da inserire nella manovra per scongiurare l'aumento: si va dalla revisione delle cosiddette «tax expenditures», ossia gli sconti d'imposta che erodono la base imponibile, fino ad una nuova tornata della spending review. Secondo le previsioni di Bruxelles, invece, il deficit italiano il prossimo anno sarà leggermente più alto, l'1,9% del Pil. E questo livello, secondo l'analisi della Commissione, potrà essere raggiunto solo facendo scattare almeno la metà dell'aumento dell'Iva. Ma il punto centrale, come detto, rimane il debito. La Commissione potrebbe chiedere al governo un impegno vincolante su questo fronte per il 2017.

Il problema è che nel 2015 il passivo non è sceso nemmeno di un decimale, e così anche quest'anno, ponendo l'Italia in conclamata violazione della «regola del debito». Una condizione che obbliga la Ue ad aprire una procedura o, in alternativa, a chiedere sforzi di bilancio supplementari. La richiesta non si tradurrà però in una manovra, quanto piuttosto in una sorta di raccomandazione che, come detto, fissi un impegno vincolante da inserire nella legge di stabilità del 2017. Sul fronte politico intanto, continuano le polemiche dopo la rivelazione del Messaggero della lettera inviata dal capogruppo del Ppe, Manfred Weber, considerato uno degli uomini più vicini al cancelliere Angela Merkel, nella quale veniva espressa forte preoccupazione per l'attuale interpretazione permissiva del Patto di stabilità assunta dalla Commissione.

Ieri Weber è tornato ancora una volta all'attacco, mettendo nel mirino il commissario francese Pierre Moscovici. «La lettera inviata al presidente della Commissione europea Juncker», ha detto ieri Weber, «spiega la posizione del Gruppo Ppe sulla applicazione del patto di stabilità ed è una questione di credibilità dell'Europa. È solo una richiesta di coerenza nell'applicazione delle regole relative al Patto di Stabilità e non fa riferimento a nessun Paese in particolare. Pertanto», ha aggiunto Weber, «Moscovici non può proporre che le regole vengano applicate in un modo diverso per la Spagna o il Portogallo rispetto a quelle applicate in Italia e in Francia. Volevo inoltre ricordare che il commissario Moscovici», ha concluso il tedesco, «è stato nominato per applicare le stesse regole in tutta la Ue e non per favorire i suoi amici socialisti».

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