La missione di Dorsey è quella di rilanciare la sua creatura, sempre più in crisi di fronte alla concorrenza di molti altri social media. La platea degli utenti - a differenza di quanto accade per Facebook - stenta infatti a crescere. L'obiettivo è quindi quello di rinnovare l'ambiente e il prodotto, sviluppando piani in grado di riconquistare la fiducia degli investitori. I manager in uscita sono tutti di primissimo piano: il responsabile sviluppo e progettazione Alex Roetter, il capo della sezione prodotti Kevin Weil, quello della gestione delle risorse umane Brian Schipper e la responsabile di rapporto coi media Katie Stanton. Via anche Jason Toff, reponsabile di Vine, il servizio di condivisione dei video acquistato a suo tempo da Twitter.
Il Wall Street Journal scrive che nel board del gruppo entreranno a breve due nuovi membri, tra cui una personalità di spicco dell'industria dei media.
Un primo passo per arrivare a un ricambio totale del board, condizione che Dorsey aveva posto per tornare a fare il Ceo. A rischio, dunque, anche il posto di Evan Williams, l'altro co-fondatore di Twitter che possiede gran parte delle azioni del gruppo. Intanto vanno avanti i progetti per rendere Twitter - come ha più volte detto Dorsey - più facile da usare. Come quando il pulsante della stella è stato sostituito da un nuovo pulsante 'likè a forma di cuore. E si continua a studiare la possibilità di sforare nei messaggi qui 140 caratteri che finora sono stati il marchio di fabbrica di Twitter. Si pensa di portare il limite addirittura a 10 mila caratteri, la lunghezza di 71 tweet. Ma per ora le novità introdotte e quelle annunciate non hanno prodotto grandi scossoni in Borsa, dove Twitter dall'arrivo di Dorsey ha perso il 37%, attestandosi sui 17,84 dollari ad azione, dopo aver toccato anche i 16,69 dollari.
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