Molto più possibilista il ministro dello Sviluppo italiano, Carlo Calenda, secondo cui il Ttip si chiuderà, sebbene sia difficile riuscirsi entro la presidenza statunitense di Barack Obama (che terminerà in autunno il suo ultimo mandato). "Se non negoziamo con loro con chi altro dovremmo farlo? Dobbiamo andare avanti. Per l'Italia questo accordo è essenziale. Gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export", ha detto Calenda, che ha aggiunto: "La battaglia contro il Ttip ha trasceso il merito dell'accordo ed è divenuta una protesta ideologica contro la globalizzazione e il mercato da cui non è esclusa una buona dose di antiamericanismo". Invece l'accordo "è un antidoto alla globalizzazione così come l'abbiamo vissuta fino ad oggi, perché crea la più grande area di libero scambio nel mondo con standard elevati, che diventano automaticamente globali. È il modo in cui l'Occidente può riprendere in mano il timone della globalizzazione".
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