Tlc, dal 2006 il mercato italiano ha perso 12 miliardi. Fastweb, Vodafone, Metroweb, parte il consolidamento

Tlc, dal 2006 il mercato italiano ha perso 12 miliardi. Fastweb, Vodafone, Metroweb, parte il consolidamento
di Camilla Conti
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Giovedì 9 Ottobre 2014, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 12:52
Mentre il risiko delle telecomunicazioni riparte con le indiscrezioni su una possibile offerta da 5 miliardi di Vodafone per Fastweb, il settore delle tlc in Italia continua ad arrancare sotto il profilo industriale. Lo dimostrano i dati raccolti in uno studio del Politecnico di Milano sulla filiera delle tlc nel nostro Paese.



Dati sconfortanti: l’incidenza dei ricavi Tlc sul Pil italiano è superiore al 2% ma dal 2006 al 2013 è calata di circa un punto percentuale. Non solo. L’Italia risulta il Paese con la minor incidenza di tale indicatore nel 2006 e nel 2013 risulta penultima. E ancora: in termini di copertura dell’infrastruttura broadband, il nostro Paese ha sostanzialmente raggiunto il primo obiettivo dell’agenda digitale europea: la copertura delle abitazioni italiane con la banda larga fissa base è infatti vicina al 99% (superiore alla media europea ferma al 97%), tuttavia l’Italia risulta all’ultimo posto in tutta Europa per copertura Nga (Next Generatione Access), ovvero le reti in fibra ottica che offrono una velocità di almeno 30 Mbps, con il 21% delle abitazioni contro il 62% europeo. E nonostante l’Italia abbia una penetrazione della banda larga fissa al di sotto della media europea, anche il tasso di crescita annuo risulta il più basso del Vecchio Continente.



Il mercato degli operatori tlc in Italia ha perso dal 2006 al 2013 oltre 12 miliardi di euro (-26%) di cui 6,4 miliardi dal mobile e 5,8 miliardi dal fisso. Il 2013 è stato l'anno peggiore in termini di andamento dei ricavi: meno 10% in un solo anno, che equivale a una perdita di quasi 4 miliardi di euro, con il mobile che da solo perde 2,8 miliardi di euro e registra un calo a due cifre mai registrato negli anni precedenti. Ed il trend non sembra arrestarsi neanche nel primo semestre 2014, che vede il mercato in calo con un tasso di decrescita del fisso pari al meno 6% e del mobile pari al -15 per cento. In questo scenario gli operatori TLC hanno perso miliardi di euro: la filiera delle ha registrato un calo complessivo del 7 per cento dei ricavi e l'occupazione è scesa del due per cento.



Eppure nel 2013 gli Italiani hanno confermato la loro passione per i gadget mobili: smartphone e tablet hanno registrato un vero e proprio boom, i primi arrivando a segnare un balzo del 23%, i tablet del 26 per cento. Gli smartphone hanno raggiunto il 71 per cento del fatturato del comparto che a fine anno ha totalizzato 4,5 miliardi di euro.



Ai numeri del Politecnico si aggiungono quelli aggiornati al 30 giugno dell’Agcom, l’authority del comparto, secondo cui Telecom Italia negli ultimi due anni ha perso 1,5 milioni di linee fisse, di cui solo 450.000 (il 30%) vengono «recuperate» dagli altri operatori.



I dati del Politecnico dell’Agcom dimostrano che forse gli attori principali delle tlc devono tornare a occuparsi del core business facendosi distrarre meno da alleanze, equilibri di governance e convivenze a volte complicate fra soci. Serve più industria e meno finanza. Sperando che non sia troppo tardi.
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