I RISULTATI
Il primo profilo elaborato da Progetica è quello di un lavoratore dipendente trentenne che guadagna 15 mila euro lordi l'anno. Si tratta di un reddito mensile di poco meno di mille euro. Se questo ipotetico lavoratore decidesse di farsi pagare il Tfr in busta paga, nei quaranta mesi della sperimentazione, potrebbe contare su un maggior reddito di 2.680 euro. Su per giù, considerate anche le tredicesime, si tratta di una sessantina di euro al mese in più nel cedolino. Se invece decidesse di lasciare quei soldi in azienda per incassarli a fine carriera come liquidazione, otterrebbe 3.852 euro in più in termini reali. La si può raccontare anche al contrario: per avere subito 2.680 euro, deve rinunciare a 3.852 euro futuri, ad un 30% in più di denaro. Ma se invece di incassare la liquidazione quei soldi il lavoratore li versasse in un fondo pensione, farsi versare il Tfr in busta paga significherebbe incassare subito 2.680 euro per rinunciare ad una rendita aggiuntiva di 7.252 euro, il 171% in più. La gallina di domani, insomma, è bella grossa. E questo soprattutto considerando che la pensione pubblica del lavoratore dipendente che incassa 15 mila euro lordi all'anno sarà solo di 550 euro mensili. Il discorso varia poco per gli altri profili (si veda la tabella pubblicata in pagina). Un quarantenne che guadagna 40 mila euro lordi annl'anno, ossia poco più di 2 mila euro al mese, potrebbe avere subito in busta paga 5.720 euro per 40 mesi, circa 140 euro al mese. Ma a fronte di questo dovrebbe rinunciare a 8.641 euro di liquidazione o, nel caso versi i suoi soldi ad un fondo di previdenza integrativa, a 14.118 euro di pensione complessiva nel corso degli anni. Questo sempre considerando che la pensione pubblica del suddetto dipendente ammonterebbe a circa 1.275 euro al mese una volta lasciato il lavoro. Secondo Confesercenti, che ha commissionato un sondaggio ad Swg, coloro che chiederanno subito il Tfr in busta paga saranno solo il 6% dei lavoratori. Un altro 11% potrebbe farlo entro la fine dell'anno. La stragrande maggioranza dei lavoratori non ha nessuna intenzione di incassare subito una quota della liquidazione.