Svimez, il sud torna a crescere dopo 7 anni. Ma stipendi più bassi rispetto al nord

Svimez, il sud torna a crescere dopo 7 anni. Ma stipendi più bassi rispetto al nord
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Martedì 27 Ottobre 2015, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 10:27
Dopo sette lunghi anni di crisi, anche il Mezzogiorno offre un piccolissimo segnale di ripresa, in scia al recupero del PIL italiano. E' quanto segnalato dal rapporto Svimez sul Mezzogiorno, che indica una crescita ancora “timida” e bassa, ma comunque un un segnale di recupero dell'economia meridionale.



Stando alle previsioni, il PIL tricolore dovrebbe crescere in media dello 0,8% quest'anno, trainato perlopiù dal Centro-Nord, che vedrà crescere il prodotto interno lordo dell'area dell'1%, mentre il Sud metterà a segno un modesto +0,1%. Come per il resto del Paese, la crescita sarà trainata dai consumi, che offrono spiragli di ripresa (+0,1%) seppur inferiore a quella del Centro-Nord (+0,9%).



Rallenta la caduta degli investimenti al Sud (-1%), che resta in controtendenza rispetro al Centro-Nord (+1,5%) a causa soprattutto del crollo degli investimenti pubblici (-3%). Secondo il rapporto Svimez, inoltre, anche il 2016 vedrà una crescita più bassa del Sud (+0,7%) rispetto al Centro-Nord (+1,5%) e rispetto alla media italiana (+1,3%).



Una delle note dolenti del Sud è il mercato del lavoro, che mostra piccolissimi lampi di ripresa, dopo un'emorragia di posti dio oltre mezzo milione dal 2008 (nello stesso periodo nell'intero Paese sono stati bruciati 811 mila posti a conferma che l'emiorragia è stata più pesante nel mezzogiorno). Ora si stima che il 2015 registri i “primi segnali positivi”, con la creazione di più posti di lavoro al Sud (+120 mila o il 2,1%) rispetto al Nord (+60 mila o lo 0,4%).



Se questo è il quadro complessivo, il rapporto sul mezzogiorno conferma che la crisi ha picchiato più duro sui “NEET” e sulle donne: nel 2014, a fronte di 3,5 milioni di posti persi in Italia, 2 milioni erano erano donne e 2 milioni erano residenti al Sud.
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