Stando alle previsioni, il PIL tricolore dovrebbe crescere in media dello 0,8% quest'anno, trainato perlopiù dal Centro-Nord, che vedrà crescere il prodotto interno lordo dell'area dell'1%, mentre il Sud metterà a segno un modesto +0,1%. Come per il resto del Paese, la crescita sarà trainata dai consumi, che offrono spiragli di ripresa (+0,1%) seppur inferiore a quella del Centro-Nord (+0,9%).
Rallenta la caduta degli investimenti al Sud (-1%), che resta in controtendenza rispetro al Centro-Nord (+1,5%) a causa soprattutto del crollo degli investimenti pubblici (-3%). Secondo il rapporto Svimez, inoltre, anche il 2016 vedrà una crescita più bassa del Sud (+0,7%) rispetto al Centro-Nord (+1,5%) e rispetto alla media italiana (+1,3%).
Una delle note dolenti del Sud è il mercato del lavoro, che mostra piccolissimi lampi di ripresa, dopo un'emorragia di posti dio oltre mezzo milione dal 2008 (nello stesso periodo nell'intero Paese sono stati bruciati 811 mila posti a conferma che l'emiorragia è stata più pesante nel mezzogiorno). Ora si stima che il 2015 registri i “primi segnali positivi”, con la creazione di più posti di lavoro al Sud (+120 mila o il 2,1%) rispetto al Nord (+60 mila o lo 0,4%).
Se questo è il quadro complessivo, il rapporto sul mezzogiorno conferma che la crisi ha picchiato più duro sui “NEET” e sulle donne: nel 2014, a fronte di 3,5 milioni di posti persi in Italia, 2 milioni erano erano donne e 2 milioni erano residenti al Sud.
© RIPRODUZIONE RISERVATA