Per la prima volta, infatti, verranno utilizzate le regole della riforma Madia sul concorsone unico varate dal Governo Gentiloni. Finora la Pa in generale si è distinta per una marea di micro bandi, con tutto quello che ne è conseguito in termini di risorse economiche e organizzative sprecate. La riforma avviata nel 2015 ha messo mano anche a questa situazione introducendo un'unica selezione per più enti. Con le nuove regole - in vigore dal 22 giugno 2017 - si è passati dal vecchio sistema, dove ogni Pa si faceva il proprio concorso, a delle selezioni accorpate a livello nazionale basate sui fabbisogni reali triennali.
Le norme generali valgono per le amministrazioni centrali, ovvero ministeri, Inps, Inail e agenzie fiscali (escludendo le forze di polizia, l'esercito e la scuola). Nel grande settore centrale, insomma, dovrebbe avvenire una graduale riduzione dei concorsi in quanto le esigenze della singola amministrazione si sommeranno a quelle delle altre. Il concorsone sarà organizzato dalla Funzione pubblica dopo una ricognizione dei fabbisogni delle diverse amministrazioni (che saranno obbligate a presentarli se vogliono assumere) con criteri uniformi per i diversi uffici in cerca di nuovo personale.
Per quanto riguarda i fabbisogni, saranno determinati non più in base alle vecchie piante organiche che obbligavano a sostituire la stessa figura professionale che andava in pensione (un ingegnere con un ingegnere) ma sulle professionalità realmente necessarie. Rimane, però, aperto il nodo a livello regionale e locale: l'unificazione dei concorsi nei Comuni e nelle Regioni, infatti, al momento è facoltativa e può avvenire solo previa intesa tra governo e gli stessi enti territoriali. In ogni caso, per le amministrazioni che fanno direttamente capo allo Stato, i micro concorsi saranno l'eccezione e nel caso in cui dovessero essere banditi dovrà essere presentata una specifica motivazione di urgenza.
LE SELEZIONI
Le selezioni, poi, dovrebbero contenere delle corsie preferenziali per l'assunzione dei precari e dei vincitori e idonei dei vecchi concorsi, ma sul punto ritornerà probabilmente anche il ddl Concretezza a firma Bongiorno. Per i precari storici - circa 50 mila persone - la riforma Madia ha previsto un salvagente che permette l'entrata di coloro che hanno prestato servizio per almeno tre anni negli ultimi otto con un contratto a termine o di collaborazione, e una riserva del 50% dei posti a disposizione nei concorsi. Sul rilancio del piano occupazionale arriva il via libera dei sindacati: «Siamo da sempre in prima linea - spiega Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp - quando si parla di rilancio di un piano occupazionale vero». Allo stesso tempo, però, la Cgil chiede uno sforzo in più: «Chiediamo di andare anche oltre il 100% turnover nei settori dove c'è stato il maggior numero dei pensionamenti»,- dice Federico Bozzanca della segreteria nazionale Fp Cgil .
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