LE DIFFERENZE
Ma il confronto tra valori nominali non è del tutto adeguato perché naturalmente il livello dei prezzi varia all'interno dell'Unione e con la stessa quantità di euro si comprano quantità di beni e servizi diversi nei vari Paesi. Proprio ieri Eurostat ha diffuso i dati relativi a questo aspetto, che evidenziano una variazione quasi di uno a tre tra i due estremi, Danimarca e Bulgaria.
Tra Italia e Spagna la differenza è molto meno significativa ma comunque esiste a vantaggio del Paese iberico, che ha un livello dei prezzi un po' più basso (di poco meno del 10 per cento). Applicando questi tassi di conversione al Pil pro capite, si ottengono i valori a parità di potere d'acquisto, con il divario di circa 1.000 euro. Relativamente al livello medio della Ue, Roma si colloca al 96 per cento e Madrid al 92. Ovviamente se la Spagna continuerà a crescere di più, l'aggancio potrebbe essere questione di due-tre anni.
IL PRECEDENTE
Perché invece il Fmi indica un sorpasso già avvenuto nel 2017, pur se di pochissimo? La risposta sta nel fatto che a Washington la parità di potere d'acquisto viene calcolata in dollari internazionali, con uno squilibrio più marcato a favore della Spagna, ma non verificato dalle misurazioni ufficiali di Eurostat, che si avvale dei dati degli istituti di statistica nazionali.
Una simile disfida tra i due Paesi mediterranei c'era già stata una decina di anni fa, all'inizio della grande recessione: anche in quel caso era parso che il Pil pro capite di Madrid fosse avanti di poco, in base proprio ai dati di Eurostat. La circostanza fu solennemente sottolineata dall'allora primo ministro Zapatero, ma poi alcune revisioni dei dati statistici avevano riportato il nostro Paese avanti.
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