In crescita anche il numero di professionisti dedicati esclusivamente al segmento (+10,6% a 14.856 private banker). La massa media per nucleo familiare è di 1,4 milioni di euro, in linea con il 2015. Circa il 62% dei clienti possiede un patrimonio fino ai 5 milioni di euro, mentre il restante 38% supera i 5 milioni di euro. Un capo famiglia su cinque è imprenditore o libero professionista e nel 53% dei casi ha più di 65 anni.
La geografia del Private banking incorona ancora una volta la Lombardia, che detiene la maggior quota di asset sul totale con il 33% (in crescita sul 2015), seguita da Emilia Romagna (12,2%), Piemonte (10,9%), Lazio (10,4%), Veneto (8,8%), mentre chiudono la classifica Sardegna e Trentino Alto Adige (0,6%), Calabria (0,5%), Valle d'Aosta (0,2%), Molise e Basilicata (0,1%).
Il 49% delle masse Private sono gestite attraverso un servizio di consulenza non a pagamento, a cui si aggiungono il 18% degli asset affidati a servizi di gestione patrimoniale e l'12% al servizio di consulenza a pagamento. «Dalla nostra analisi emerge un quadro molto confortante sull'industria del risparmio private. Non solo, e non tanto, dal punto di vista della crescita quantitativa delle masse (che pure è importante), ma dal punto di vista qualitativò» è il commento di Antonella Massari, Segretaria Generale di Aipb. Le masse, sottolinea Massari «rappresentano più di un terzo del Pil italiano ed è quindi importante che, attraverso la consulenza di professionisti dedicati e in una logica di educazione finanziaria, non vadano ad alimentare uno statico rendimento finanziario, ma siano strumento, oltrechè di legittima soddisfazione economica per il cliente, di promozione dello sviluppo economicò».
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