Pil, il governo alza le stime di crescita il taglio delle tasse adesso è blindato

Pil, il governo alza le stime di crescita il taglio delle tasse adesso è blindato
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Domenica 13 Settembre 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 11:11
ROMA - Ormai è un dato acquisito. Le stime di crescita dell'Italia saranno riviste al rialzo con il prossimo aggiornamento del documento di economia e finanza che dovrebbe essere approvato dal governo entro venerdì prossimo. Ieri il sigillo sulla miglior crescita per quest'anno, è arrivato dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Al termine dell'Ecofin in Lussemburgo, la riunione dei ministri finanziari della zona euro, Visco ha spiegato che la revisione delle stime «va nella direzione che avevamo previsto, è un dato», ha aggiunto, «che è già scontato». Il governatore, però, ha sottolineato, come fa sempre, che la crescita deve essere consolidata con le riforme.

A spingere il Pil quest'anno saranno soprattutto l'auto e l'energia, per quest'ultima l'impennata di consumi è legata all'eccezionale ondata di caldo di questa estate. Nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il governo dovrebbe rivedere la stima del Pil del 2015 dallo 0,7% allo 0,9%. In realtà ciò che è importante anche in vista della prossima manovra finanziaria, non è tanto il dato del 2015, quanto quello del 2016. Per l'anno prossimo, almeno da un punto di vista “tendenziale”, ossia senza interventi del governo di stimolo all'economia, il Pil dovrebbe essere confermato all'1,4%. In questo caso anche il rapporto tra il deficit ed il Pil resterebbe immutato all'1,8% già previsto dal Def di aprile. L'intenzione del governo, tuttavia, sarebbe quella di agire sul Pil e sul deficit “programmatici”, migliorando le previsioni grazie ad una manovra di finanza pubblica espansiva, che nel menù ha il taglio delle tasse sulla prima casa e lo stop agli aumenti di Iva e accise previsti per il 2016.



LA REVISIONE

Il quadro programmatico è anche quello che viene preso in considerazione da Bruxelles per il rispetto dei parametri europei. Matteo Renzi e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, potrebbero far salire l'asticella del Pil del prossimo anno, grazie agli stimoli della manovra, dall'attuale 1,4% all'1,6%. Questo automaticamente taglierebbe il deficit di due decimali di punto, facendolo scendere dall'1,8% all'1,6%, ma il governo potrebbe decidere di lasciare il deficit programmatico all'1,8%, recuperando in questo modo 3,2 miliardi di euro da utilizzare per la legge di Stabilità. Se la Commissione europea concedesse, come pare plausibile, altri tre decimali di flessibilità, il deficit del 2016 salirebbe al 2,1%, e tesoretto passerebbe a 8 miliardi, che con i 10 miliardi di spending review e i 3 miliardi attesi dal piano per il rientro dei capitali, metterebbero in discesa la strada della manovra da 25 miliardi alla quale lavora il governo. Sul fronte della flessibilità, inoltre, nel vertice di ieri in Lusssemburgo si è iniziato a discutere anche dell'eventuale scorporo dal deficit delle spese sostenute per i migranti. Ieri, sempre a margine dell'Ecofin, Padoan ha voluto sottolineare come sul taglio delle tasse il governo sia «unito».



Insomma, anche se le «ipotesi tecniche» sono diverse, sui principi guida c'è una visione condivisa da parte di tutto l'esecutivo. Il ministro ha anche parlato del programma di voluntary disclosure, frenando su qualsiasi ipotesi di proroga per la presentazione delle domande per regolarizzare i capitali detenuti illecitamente all'estero. La dead line rimane quella del 30 settembre prossimo. Ad oggi, aveva spiegato qualche giorno fa il numero uno dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, sono circa 10 mila le domande già presentate.