Il documento consegnato dal governo riepiloga poi altri punti salienti della proposta, in linea i contenuti del verbale con cui poco più di un anno fa si concluse la prima fase della trattativa sulla previdenza. C'è la disponibilità a formare una commissione di studio che analizzi la «gravosità» dei singoli lavori per provare a determinare indicatori di speranza di vita differenziati. In attesa dei risultati, il meccanismo di calcolo sarebbe comunque rivisto: la variazione statistica delle prospettive di sopravvivenza verrebbe misurata sulle medie biennali con un massimo di tre mesi e il recupero di eventuali variazioni negative in riduzione degli incrementi successivi.
Un altro capitolo importante riguarda non i requisiti per la pensione ma la previdenza complementare: in particolare il trattamento fiscale dei fondi a cui aderiscono i dipendenti pubblici (oggi meno favorevole) verrebbe equiparato a quello di cui godono i privati: inoltre per i neoassunti (sempre dipendenti pubblici) si applicherebbe il principio del silenzio-assenso per quanto riguarda il conferimento del trattamento di fine rapporto (Tfr).
Come rilevato dallo stesso ministro Padoan, la risposta dei sindacati è stata differenziata; insomma c'è stata una spaccatura. Tendenzialmente favorevole la Cisl, contraria la Cgi, su una posizione intermedia la Uil. Per Annamaria Furlan le ulteriori aperture dell'esecutivo «sono assolutamente importanti e di non poco conto». «Bisogna sempre sfruttare tutto il tempo a disposizione» ha detto invece Carmelo Barbagallo riferendosi alle «correzioni e chiarimenti» chiesti dalla sua organizzazione. Ma Susanna Camusso non crede che ci sia «una volontà del governo di cambiare il peso delle sue proposte» e preannuncia la «mobilitazione». Quindi con tutta probabilità il passaggio di martedì potrà servire al massimo a portare la Uil verso il sì.
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