«Alla mancata crescita sono direttamente imputabili gli squilibri che oggi gravano sul settore bancario e sul mercato del lavoro, l'aumentata incidenza della povertà e il mancato aggiustamento dei conti pubblici. Il ritorno allo sviluppo è la chiave per avviarne il riassorbimento», ha sottolineato ancora il vicedirettore della Banca, insistendo sull'urgenza di «rafforzare il sentiero della crescita» e segnalando che «in assenza della crisi, la crescita in Italia tra 2008 e 2015 sarebbe stata più elevata di 1,5 punti all'anno, risultando lievemente positiva e lo stock di sofferenze sarebbe rimasto inalterato sui livelli precedenti la crisi, intorno al 2%».
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