ACIDO
Le bordate del capogruppo del Ppe a Strasburgo, Marfred Weber, non preoccupano palazzo Chigi anche perché i rapporti con il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, non sono mai stati così ottimi. Resta comunque il fatto che il capo del Ppe, gruppo più consistente in Europa - il tedesco Weber - si è preso la briga di prendere carta e penna e firmare, a nome di tutto il gruppo (italiani compresi quindi), una lettera che molto somiglia ad una sorta di richiamo allo stesso Juncker affinchè controlli meglio i bilanci di alcuni paesi che hanno un alto debito pubblico e non conceda deroghe. Spagna, Portogallo e Italia non vengono esplicitamente indicati nella missiva, ma i riferimenti sono evidenti così come l'obbiettivo di Weber di cercare di condizionare in qualche modo le valutazioni della Commissione. «E' un atto di arroganza e di ingerenza del tutto indebita nei confronti della Commissione», attacca Gianni Pittella, capogruppo dei socialisti a Strasburgo. Un attacco «dettato solo da uno stantio e errato calcolo politico in nome della cieca austerità: colpire i governi a guida socialista, Italia compresa. Inaccettabile nelle forma, nei toni e nei fini».
La replica a Weber del collega e capogruppo socialista si ferma e non chiede ufficialmente conto agli eurodeputati popolari di Spagna, Portogallo e Italia se condividono le posizioni di Weber, ma l'obiettivo di Pittella è chiaro: difendere Juncker dagli assalti dei paesi del nord Europa che da qualche settimana hanno messo nel mirino proprio il presidente della Commissione. A spiegare la situazione dei conti pubblici italiani provvedono i tecnici di via XX Settembre che anche ieri sono stati impegnati nel rispondere alle perplessità e alle richieste di chiarimenti provenienti da Bruxelles. A Matteo Renzi interessa invece il dato politico che innerva ogni richiesta di flessibilità che l'Italia avanza e che poggia su una considerazione dell'Unione Europea diversa da quella dei falchi nordici. Per Renzi l'obiettivo del risanamento del bilancio va perseguito con la crescita e non con ulteriori tagli. Senza contare che altri paesi sforano. La Francia lo farà anche quest'anno e la stessa Germania vanta un surplus commerciale ben oltre il consentito.
Anche se Weber viene indicato come il falco della Cancelliera a Bruxelles, in questo momento l'emergenza della Merkel si chiama ”profughi” e la solidarietà mostrata dall'Italia - e dalla stessa Commissione - nei momenti più difficili della trattativa con Ankara lascia credere come il problema dello zero vergola di flessibilità in più sia destinato a finire in secondo piano. Juncker, dopo le resistenze fatte ad inizio anno, non sembra però aver voglia di un nuovo braccio di ferro con Renzi e da settimane è a lavoro affinchè si trovi una quadra in grado di non far perdere la faccia nè a Bruxelles nè a Roma. D'altra parte il vento dell'euroscetticismo soffia ancora molto forte e ciò che sta accadendo in uno dei tre paesi oggetto della lettera di Weber, la Spagna, dimostra per Renzi quanto sia alto il rischio di ingovernabilità della stessa Unione.