Moscovici in pressing sull'Ecofin: accelerare sulla black list dei paradisi fiscali. La Francia: via i fondi Fmi a chi non collabora

Pierre Moscovici
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Martedì 7 Novembre 2017, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 18:09
Lo scandalo dei “Paradise Papers” preoccupa Bruxelles. Il commissario Ue agli affari fiscali Pierre Moscovici ha invitato l’Ecofin a definire entro l’anno la lista nera dei paradisi fiscali. Questo d’altra parte è l’impegno assunto dai ministri finanziari al lavoro da mesi per preparare la “black list” che dovrebbe essere varata il 5 dicembre. Le nuove rivelazioni emerse nei “Paradise Papers” sono un elemento di pressione politica in più sull’Ecofin. Moscovici ha indicato ai giornalisti che «nella lista non ci sarà alcun Paese Ue perchè un paradiso fiscale è un Paese che non rispetta gli standard di buona governance». I Paesi con i quali la Ue ha aperto negoziati compaiano nella lista nera e hanno tempo fino al 18 novembre per rispondere ai rilievi sull’applicazione degli standard fiscali di trasparenza e di contrasto all’evasione. Sarebbero invece una sessantina i Paesi ai quali la Ue ha inviato lettere per ottenere chiarimenti e spingerli a modifiche sotto minaccia di essere inseriti nella black. Pronta la risposta dell’Ecofin che ha ribadito l’impegno a pubblicare entro l’anno la “black list” delle giurisdizioni non cooperative in materia di trasparenza fiscale e di lotta all’evasione. Lo ha indicato il presidente di turno estone Toomas Toniste al termine della riunione dei ministri finanziari. Nella lista, ha confermato il ministro Padoan, «non ci saranno paesi Ue».
Rispetto all’Italia Padoan ha indicato che «c’è stato un progresso significativo nel contrasto all’evasione in un contesto europeo e globale di cambiamento». Il ministro ha ricordato che nella Ue «anche su quei governi (non l’Italia - ndr) che sono tolleranti verso una gestione diciamo un pò allegra sulle questioni fiscali, la pressoine internzionale può fare molto». E iniziative come i Panama Papers o ultimamente i Paradise Papers sono importanti e sono anche «la conseguenza di questo nuovo clima». La Francia da parte sua fa la voce grossa. «Nessun Paese che ha qualcosa a che fare con l’evasione dovrebbe beneficiare del sostegno finanziario della Banca mondiale o del Fmi»: lo ha detto il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, a margine dell’Ecofin. Le Maire ha detto che presenterà a nome della Francia la proposta di tagliare il sostegno delle istituzioni finanziarie a quei Paesi che non collaborano sulla lotta all’evasione. Perché gli strumenti attuali non sono sufficienti: «Al momento c’è un solo Paese sulla lista dell’Ocse, come può essere? Non è questa la soluzione. Dobbiamo sapere quali sono gli Stati che non stanno cooperando e non danno informazioni per combattere l’evasione».
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