IL FARO
Ma fonti dell'esecutivo comunitario confermano che lo sforzo strutturale dell'Italia, come quello della Francia, è considerato insufficiente. I dati del Def prefigurano una «deviazione significativa» dal percorso verso il pareggio di bilancio, spiega una fonte: di fronte a «un'inosservanza particolarmente grave», la Commissione dovrebbe chiedere al governo di «riscrivere» la Legge di Stabilità.
Padoan ha spiegato che l'Italia intende usare «la flessibilità dentro le regole» per poi avviare un «dialogo aperto» con la Commissione. Il governo invoca le circostanze eccezionali della recessione: «Quando avevamo assunto l'impegno iniziale le proiezioni di crescita erano del 1,1%, molto più alte di quanto siamo oggi», ha detto Padoan. Inoltre, secondo il governo, le riforme potrebbero portare a uno sconto: la Legge di Stabilità è un «complemento essenziale alle riforme strutturali», ha spiegato il ministro. Ma il braccio di ferro si annuncia difficile. «Le circostanze eccezionali non si applicano, perché la recessione deve esserci in tutta la zona euro, non in un solo paese», dice un'altra fonte. Il commissario agli Affari economici, Katainen, ha annunciato che la valutazione sui bilanci nazionali sarà «un esercizio puramente aritmetico». E i conti non tornano: la posizione strutturale dell'Italia è peggiorata dello 0,3% nel 2014, mentre lo sforzo per il 2015 è limitato allo 0,1%. Per Bruxelles servirebbe un aggiustamento strutturale tra lo 0,7 e lo 0,9% del Pil.
LA FLESSIBILITÀ
Nemmeno la flessibilità contenuta nel Patto gioca a favore del governo. L'Italia supera il margine di tolleranza dello 0,5% rispetto agli obiettivi delle raccomandazioni sull'aggiustamento strutturale. L'Italia deve inviare la bozza di Legge di Stabilità entro questa sera. La Commissione avrà poi una settimana per informare il governo di una «deviazione significativa». Se «l'inosservanza particolarmente grave» sarà confermata, entro il 29 ottobre Katainen dovrebbe emettere un parere negativo sulla Legge di Stabilità. In difficoltà, Padoan ha proposto di «aggiornare gli strumenti che misurano» l'aggiustamento strutturale perché non tengono conto dell'impatto di lungo periodo sulla crescita potenziale della crisi che attraversa la zona euro. Come presidente di turno dell'Ecofin, l'Italia ha invece incassato un accordo per istituire una «task force» sugli investimenti e un'intesa sullo scambio automatico di informazioni fiscali dal 2017.