Metalmeccanici, c'è il contratto nazionale: si stimano 92 euro di aumento

Metalmeccanici, c'è il contratto nazionale: si stimano 92 euro di aumento
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Sabato 26 Novembre 2016, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 13:41
C'è l'accordo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici e stavolta siglano tutti, comprese le tute blu della Cgil, la cui firma mancava da otto anni. Le parti hanno raggiunto l'intesa su un incremento salariale mensile di 92 euro, come media a regime, alla fine del quadriennio 2016-2019. L'aumento è frutto di una stima perché, a differenza del passato, nel testo non ci sono cifre sul totale. D'altra parte si tratta di un contratto «innovativo», a detta di tutti i firmatari. L'inflazione sarà recuperata ex post, si dà più spazio al welfare aziendale, che ha il vantaggio di essere esentasse. Inoltre si apre alle nuove regole sulla rappresentanza, sottoponendo il contratto a referendum. I lavoratori voteranno tra il 19 e il 21 dicembre.

Si è chiusa così una trattativa che è andata avanti per oltre un anno, tra avvicinamenti e strappi, non sono mancati gli scioperi, fino a quando con una trattativa ad oltranza non si è arrivati al testo. Un risultato che viene commentato anche dal premier Matteo Renzi. «Un passo avanti importante», lo definisce, inviando «un grande abbraccio» a sindacati e associazioni. «Bravi tutti». Il leader della Fiom, Maurizio Landini, parla di «ritrovata unità dei lavoratori». Il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, si rivolge a chi credeva morto il contratto nazionale: è stato rilanciato come «elemento portante». Il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, definisce la sigla «storica». Sulla stessa linea il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, che sottolinea il «punto di svolta nelle relazioni industriali». E non a caso il capo della Confindustria, Vincenzo Boccia, nell'intesa vede una spinta «verso un modello che è di collaborazione per la competitività interna alle fabbriche» e un passaggio che «sicuramente aiuterà» il confronto sul rinnovo del modello contrattuale. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, la chiave è «l'unità di intenti fra i sindacati».

Soddisfazione anche dalla leader della Cisl, Annamaria Furlan, che guarda ora alla P.a: «speriamo che la prossima settimana si possa trovare anche una positiva convergenza».
Agli statali va anche il pensiero del numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, «ora, tocca subito al pubblico impiego». Tornando al contratto, l'aumento in busta paga si divide quasi equamente tra allineamento al costo della vita, il riaggancio ai prezzi è stimato in 51,7 euro, e tutto quello che è welfare aziendale, bonus e formazione. In particolare i lavoratori potranno beneficiare di benefit, sotto forma ad esempio di ticket per spesa e carburanti, pari a 100 euro nel 2017, 150 nel 2018 e 200 nel 2019. Il primo effetto dell'accordo arriverà a marzo, un'una tantum di 80 euro. Dal prossimo anno verrà estesa l'assistenza sanitaria integrativa a tutti i dipendenti e ai loro familiari. I lavoratori risparmieranno anche sulla previdenza complementare e sarà incentivata la formazione. Lo scoglio da superare prima di raggiungere l'intesa è stato però rappresentato dall'inflazione. Federmeccanica e Assistal avevano proposto un adeguamento parziale, con un decalage negli anni, i sindacati hanno insistito per un aggancio al 100% e alla fine lo hanno ottenuto. Così come hanno ottenuto la salvaguardia completa degli scatti d'anzianità.
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