Mediobanca: nel 2017 una ripresa da non sprecare per l'industria

La sede di Mediobanca
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Agosto 2018, 16:23
Il 2017 è stato l'anno della ripresa per l'industria italiana, il cui fatturato è salito del 5,8%, per la prima volta dal 2013, ed è un «risveglio da non sprecare». È quanto indica l'Area Studi di Mediobanca nella 56/a edizione dei 'Dati cumulativi di 2075 società italianè, il tradizionale studio sui bilanci delle aziende oltre i 50 dipendenti, distribuito per la prima volta nel 1962 come allegato della relazione di bilancio di Piazzetta Cuccia. Le esportazioni sono salite del 7,1% e il mercato domestico ha segnato un rialzo del 5,2%, una velocità che «non si vedeva dal 2010-2011 dopo cinque anni di cali ininterrotti», spiegano dall'ufficio studi. Rispetto al 2008 il fatturato aggregato dell'industria italiana è sotto dello 0,8%, il mercato interno del 10,4% mentre le esportazioni sono salite del 25,8%. Un vero e proprio abbrivio per l'industria italiana, che, secondo l'Area Studi di Mediobanca, deve servire come base per affrontare «le prime nubi dense in arrivo sui mercati internazionali». (ANSA). VE 09-AGO-18 15:30 NNNN ECO S0A QBXB INDUSTRIA: MEDIOBANCA, NEL 2017 UNA RIPRESA DA NON SPRECARE (2) (ANSA) - MILANO, 9 AGO - L'Area Studi di Mediobanca ha esaminato i bilanci di 2.075 società italiane, che rappresentano il 50% del fatturato industriale e di quello manifatturiero italiano, il 37% di quello dei trasporti e il 41% della distribuzione al dettaglio, secondo l'Istat. Sono incluse tutte le aziende italiane con oltre 500 dipendenti e circa il 20% di quelle di medie dimensioni oltre i 50 addetti. Fatto 100 il fatturato aggregato di fine 2017, il 20% è relativo a 153 imprese controllate dalla pubblica amministrazione, il 47% a 1.365 imprese controllate da privati italiani e il 33% è riferito a 557 società che fanno capo a soggetti stranieri. Il 'risvegliò del 2017 ha interessato tutti i comparti, dalle imprese pubbliche (+6,7%) a quelle private (+5,6%) e a controllo estero (+4%). Sono cresciuti soprattutto l'industria (+6,6%) e la manifattura (+6,1%), un pò meno invece il terziario (+3,2%). All'interno del comparto manifatturiero hanno fatto progressi sia le grandi imprese (+6,9%), sia quelle medio-grandi (+6,8%) e medie (+6,6%) e con loro tutto il Made in Italy (+4,6%). Quasi tutti i settori merceologici hanno guadagnato quote di fartturato nel 2017, con tre sole eccezioni: l'emittenza Tv (-1,9%), per minori entrate da canone e calo degli abbonamenti, l'editoria (-3,3%) e, soprattutto, le imprese di costruzione (-3,5%), in flessione per il secondo anno consecutivo dopo l'esaurimento delle grandi commesse in Italia e all'estero.
Un quadro in deciso miglioramento rispetto al 2016, quando erano 11 i settori in regresso sul 2015. Tra i campioni del 2017 c'è la metallurgia (+17,9% sul 2016), il comparto petrolifero (+11,4%), l'industria della carta (+9,2%), le pelli e il cuoio (+9%), l'impiantistica (+8,7%), i mezzi di trasporto (+7,2%), i trasporti (+7,1%), la gomma e i cavi (+6,9%), la chimica (+6,8%) e l'energia (+6,2%). In crescita per il secondo anno consecutivo le telecomunicazioni (+1,6%) dopo sette anni di arretramenti. In confronto al 2008 i settori più brillanti sono stati quello delle pelli e del cuoio (+52,5%), le utility di acqua, igiene ambientale, aeroporti e autostrade (+33,2%), i mezzi di trasporto (+29,9%), le bevande (+29,2%), il conserviero (+28,1%), i trasporti (+22,6%) e la Gdo, soprattutto non alimentare e discount (+21,8%). I peggiori sono invece l'editoria (-42,1%), i prodotti per l'edilizia (-36,5%), il petrolifero (-35,6%), l'impiantistico (-23,5%) e le Tlc (-22,7%). Non si è ancora a regime invece sul fronte della redditività e dell'occupazione. Secondo Piazzetta Cuccia qui «la strada è ancora lunga», dato che il margine operativo netto (Mon) è ancora sotto dell'11,6%, mentre gli addetti sono il 3,7% in meno del 2008. In termini di margini industriali le aziende pubbliche sono sotto del 15,9%, quelle le private del 10,1% e il terziario del 32,4%. A ridurre lo scompenso interviene la manifattura, i cui margini sono cresciuti in 9 anni del 26,5%, grazie all'apporto delle medie imprese (+23,5%), di quelle medio-grandi (+23,3%) e di quelle maggiori (+80,8%). A fine 2017 l'industria vanta il 73,3% di imprese in 'investment gradè (+11,2% sul 2008), con i settori dell'alta (84%) e medio-alta tecnologia (77,5%) ai vertici, meno brillanti invece quelli a a medio-bassa (71,7%) e bassa tecnologia (70,5%). Gli investimenti sono cresciuti del 6,4% sulla media del quadriennio precedente (2013-2016), con la manifattura in testa (+14,6%) e il terziario di nuovo vitale (+6,5%) dopo anni di stasi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA