Manovra, Gozi: stanchi delle ambiguità Ue. ​Gentiloni: nessuna incrinatura

Gozi
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Martedì 15 Novembre 2016, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 08:14

Basta Paesi Ue che alzano muri con i soldi di tutti e basta con quell'Europa che non rispetta i patti e lascia il Sud da solo a gestire il problema migratorio: è per questo che l'Italia, con una mossa annunciata da giorni e che ha pochi precedenti nella storia, ha posto una riserva formale sulla revisione del bilancio europeo in corso a Bruxelles, esprimendo con i fatti la sua insoddisfazione nei confronti dei partner e della direzione intrapresa dall'Unione.

Il pressing è ancora più significativo alla vigilia del giudizio della Commissione Ue sulla manovra: Roma si aspetta che le sue motivazioni vengano accolte, e riconosciute le spese eccezionali per migranti e sisma. Ma i commissari sono ancora spaccati tra chi vuole concedere più tempo al Governo, facendo slittare un eventuale avvertimento a dopo il referendum, e chi intende invece lanciare un segnale subito, per non derogare completamente della regole del Patto di stabilità. «Abbiamo posto il veto con il sottosegretario Gozi a Bruxelles», perché l'Europa voleva «lasciare da soli» i siciliani a farsi carico dell'immigrazione, ha spiegato il premier Matteo Renzi.

Una situazione inaccettabile, soprattutto quando «poi riempiono di soldi i Paesi europei che non soltanto non accettano un accordo che hanno firmato, ma con i nostri soldi alzano i muri». Tecnicamente, spiega Gozi, durante il Consiglio affari generali di oggi l'Italia ha confermato una «riserva» sull'adozione del riesame del bilancio multiannuale, un esercizio necessario a metà termine, e «che senza l'accordo dell'Italia non può essere adottato perché richiede l'unanimità». Ma la presidenza di turno Ue, la Slovacchia, ha annunciato che andrà avanti lo stesso perché ha «un ampio consenso» che le consente di avviare il negoziato con il Parlamento europeo. Aspettando che l'Italia sciolga la riserva entro fine anno.

Per Gozi, la minaccia del veto si è resa necessaria perché mancano «molte garanzie sul reale aumento a favore delle nostre priorità: immigrazione, sicurezza, risorse per i giovani». Temi su cui l'Italia non intende cedere perché vede un reale rischio di implosione se non si affrontano con la giusta determinazione. «Noi non siamo né nazionalisti né populisti. Siamo molto stanchi delle ambiguità e delle contraddizioni europee, di un'Europa che dice alcune cose e poi non le fa, di un'Europa che è piccola con le cose grandi e grande con le cose piccole», ha detto il sottosegretario.

Perciò Renzi ci tiene a portare l'Italia come «l'alternativa a questa Europa», perché mette al centro valori, ideali, innovazione e ricerca. «Un pochino più di biotech e nanotecnologie e un pochino meno di 'zero virgola...' e regole burocratiche», e con affronti la questione migratoria con uno sguardo «carico della complessità del tempo» e non «superficiale ed egoista».

La minaccia a Bruxelles arriva alla vigilia del giudizio sulla manovra. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che oggi ha visto il vicepresidente Frans Timmermans, non vede «incrinature» nel rapporto con la Commissione che dovrebbe riconoscere «le nostre buone ragioni», sulle spese per migranti e terremoto. In realtà, il collegio dei commissari è ancora spaccato: la violazione del Patto è evidente anche dalle ultime previsioni economiche europee, e non cambierebbe nemmeno se venisse accordata nuova flessibilità.

La Commissione dovrebbe quindi inserire la manovra tra quelle a rischio di non rispettò delle regole, rinviando ad una nuova valutazione, sicuramente dopo il referendum, sperando che l'Italia inserisca qualche correzione in corsa. L'ala più rigorosa della Commissione non vorrebbe solo rinviare, ma anche vincolare l'Italia ad una correzione futura, indicando la cifra della deviazione dei conti.

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