Manovra, la benzina è fuori dalla correzione il governo punta su evasione e tagli

Manovra, la benzina è fuori dalla correzione il governo punta su evasione e tagli
di Luca Cifoni
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Martedì 21 Febbraio 2017, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 15:01
La benzina dovrebbe restare fuori della manovra di aprile che, come ha spiegato ieri il ministro Padoan, non cambierà nelle sue dimensioni anche in presenza di probabili miglioramenti del quadro economico per il 2017. Per il resto, tutte le misure ipotizzate sono ancora sul tavolo e per definire il menu esatto servirà ancora un po' di tempo: ogni voce sarà pesata sia dal punto di vista degli effetti finanziari sia da quello della fattibilità politica.
Dunque da trovare ci sono circa 3,4 miliardi. Padoan ha spiegato che la correzione dovrà agire non sul saldo di bilancio nominale ma su quello strutturale, depurato cioè della componente legata all'andamento ciclico dell'economia e delle voci una tantum. In altre parole gli effetti positivi della maggiore crescita sul bilancio pubblico verrebbero di fatto esclusi dal conteggio quasi per definizione; anche se restano in piedi le diverse interpretazioni tra Roma e Bruxelles sull'output gap, ovvero proprio il parametro che è alla base dei calcoli per determinare gli effetti del ciclo economico sul bilancio.

SPLIT PAYMENT
I due capitoli più rilevanti del prossimo intervento correttivo saranno in ogni caso l'ampliamento del contrasto all'evasione fiscale e i risparmi di spesa. Il primo obiettivo sarà raggiunto attraverso l'estensione alle società pubbliche del meccanismo dello split payment, attraverso il quale già oggi l'Iva sulle forniture alla pubblica amministrazione viene dirottata direttamente al fisco senza passare per le casse delle aziende. La richiesta di proroga temporale oltre il 2017 e di ampliamento del perimetro è già stata inoltrata alla stessa Unione europea, competente visto il carattere sovranazionale dell'imposta sul valore aggiunto.
In caso di necessità l'esecutivo può anche provare a mettere mano ad un altro strumento già in uso, l'inversione contabile (reverse charge) che nelle transazioni in determinati settori (dalle costruzioni alle pulizie) pone a carico dell'acquirente e non del venditore il versamento dell'Iva, anticipando anche in questo caso l'incasso per lo Stato.

LA RAZIONALIZZAZIONE
Quanto ai risparmi, come già specificato dal ministero dell'Economia nelle comunicazioni a Bruxelles riguarderanno in modo specifico gli acquisti di beni e servizi. In questa direzione fanno ben sperare i dati dell'ultima rilevazione sul programma di razionalizzazione gestito dalla società Consip. Le cifre si riferiscono al 2015 e al primo trimestre del 2016. Grazie alle convenzioni sono stati ottenute riduzioni dei prezzi unitari di acquisto che arrivano al 55 per cento delle stampanti e al 48 della telefonia mobile, passando per il -25 per cento dei personal computer e per il -16 di energia eletrica e carburanti.

Complessivamente lo scorso anno la Consip avrebbe ottenuto risparmi complessivi per 1,7 miliardi, ovvero 700 milioni in più di quanto preventivato. Ipotizzando che da evasione e taglio di spesa vengano ottenuti complessivamente circa 2 miliardi di euro, al governo resterebbe il problema di dosare le altre misure. Un piano di sfoltimento delle attuali agevolazioni fiscali vigenti, che potrebbe passare per la loro cancellazione al di sopra di una certa soglia di reddito, è stato già tentato in passato ed è quindi praticamente pronto: ma andrà soppesato attentamente per le ricadute politiche, visto che si tratta comunque di un aumento del gettito fiscale. Relativamente più indolore una limatura selettiva dei credito di imposta per le imprese.

Il possibile aumento delle accise verrebbe eventualmente limitato a tabacco ed alcolici, considerate voci meno sensibili rispetto ai carburanti. Ed alla fine, come di consueto, un contributo potrebbe essere chiamato a darlo anche il settore dei giochi anche se il governo è intenzionato a non calcare la mano più di tanto.