Effetto Jobs act: 4 contratti su 10 sono a tempo indeterminato

Effetto Jobs act: 4 contratti su 10 sono a tempo indeterminato
di Giusy Franzese
3 Minuti di Lettura
Martedì 19 Gennaio 2016, 19:21
Il posto fisso è sempre più diffuso. Nei primi undici mesi del 2015 rappresentava il 38,6% del totale dei nuovi rapporti di lavoro attivati nel periodo. In pratica quasi 4 contratti ogni 10 sono stati a tempo indeterminato. Nel 2014 la percentuale era invece scesa dal 34,6% dell’anno precedente al 31,9%. Il miglioramento è evidente anche per i più giovani: nella fascia di età fino 29 anni, l’incidenza dei rapporti di lavoro “stabili” sul totale dei rapporti di lavoro è aumentata di 6,8 punti percentuali (dal 24,5% del 2014 al 31,3% del 2015). Si tratta di uno degli aspetti più interessanti comunicati dall’Inps con il report mensile dell’Osservatorio sul precariato. È il dato che di fatto certifica l’effetto Jobs act: evidentemente l’introduzione del contratto a tutele crescenti (che dal marzo del 2015 vale per tutte le nuove assunzioni a tempo indeterminato) un po’ alla volta sta neutralizzando i timori degli imprenditori verso un tipo di rapporto fino a poco tempo fa considerato troppo vincolante, quasi una catena a vita.

Complessivamente da gennaio a novembre 2015 sono stati fatti oltre due milioni di contratti a tempo indeterminato (2.029.084) tra nuovi rapporti di lavoro (1.640.630), stabilizzazioni di contratti a termine (388.454) e di apprendisti (80.897). Nello stesso arco di tempo, tra pensionamenti e uscite, ci sono state poco più di un milione e mezzo di cessazioni (1.525.818). Il saldo quindi è nettamente a favore delle assunzioni: l’occupazione è cresciuta di 584.163 unità. Una performance che migliora di oltre mezzo milione di unità (510.292), quanto avvenuto nello stesso periodo del 2014: in quel caso infatti il saldo tra attivazioni/variazioni e cessazioni si fermò a 73.871 unità. Per il premier Matteo Renzi non ci sono dubbi e il suo pensiero, come è ormai tradizione, lo affida a twitter: «Oltre mezzo milione di posti di lavoro a tempo indeterminato in più nel 2015, Inps dimostra assurdità polemiche sul Jobs Act #avantitutta».

Ovviamente non sono solo le novità del Jobs act a spingere le assunzioni. Anche gli sgravi contributivi previsti dalla legge di Stabilità del 2015 hanno contribuito in modo significativo: solo a novembre su 183.397 contratti a tempo indeterminato (nuove attivazione e stabilizzazioni) il 62,2%, ovvero 114.130 contratti, hanno usufruito delle agevolazioni. Quest’anno la manovra finanziaria ha confermato il meccanismo degli sgravi, riducendoli però notevolmente: di qui le preoccupazioni dei sindacati che temono un rallentamento del trend di assunzioni. Cosa però non scontata, perché nel frattempo dovrebbe iniziare ad avere più peso la ripresa e quindi, sgravi a o non sgravi, la necessità delle imprese ad avere più forza lavoro.

Proprio i contratti a tempo indeterminato hanno trainato la crescita complessiva delle nuove assunzioni nei primi undici mesi del 2015 nel settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli): sono stati complessivamente oltre cinque milioni i rapporti attivati nel periodo, il 9,7% in più rispetto a quanto accaduto nel 2014, che in termini assoluti significa 444.409 contratti in più, di cui - sottolinea l’Inps - 442.906 sono stati a tempo indeterminato.

Ma se il lavoro fisso aumenta, va avanti anche la richiesta di massima flessibilità: nei primi undici mesi del 2015 risultano venduti 102 milioni e 421.084 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro. Un vero exploit, visto che si tratta a livello di media nazionale del 67,5% in più rispetto al 2014, con punte del 97,4% in Sicilia, dell'85,6% in Liguria e dell'83,1% e 83% rispettivamente in Abruzzo e in Puglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA