Katainen: riforme italiane aumenteranno la competitività

Katainen: riforme italiane aumenteranno la competitività
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Giovedì 15 Gennaio 2015, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 12:16

In Europa «abbiano tutti disperatamente bisogno di crescita economica. Il motore sono gli investimenti e tutti i paesi soffrono di una carenza di investimenti». Per questo la Commissione Ue ha deciso di dare «massima priorità» al rilancio degli investimenti. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen.

Il Jobs Act «aiuterà le assunzioni ed è più equo rispetto ai giovani», ha aggiunto Katainen davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, sottolineando che «tutte le riforme del governo italiano sono giuste e importanti e aumenteranno la competitività», compresa quella della Giustizia.

«La maggior parte delle medicine che devono essere prese per creare lavoro - ha osservato Katainen - sono nelle disponibilità degli stati membri».

Per esempio «quello dell'elevata pressione fiscale che grava sulle imprese italiane è un tipico problema che è nelle mani dei politici italiani, l'Ue non ha competenza in materia fiscale. Molte questioni relative alla competitività sono di competenza dei legislatori nazionali».

Il piano Juncker «non e una bacchetta magica» per «risolvere tutti i problemi dell'Europa e del mondo» ma una componente della strategia, ha affermato ancora il vicepresidente commissione Ue.

«È triste» vedere che per rispettare i vincoli di bilancio «nel fare tagli gli Stati hanno dato la precedenza agli investimenti pubblici, questo li ha ridotti moltissimo», ha rilevato ancora Katainen, ricordando che per favorirli la Commissione ha deciso di non considerare i co-finanziamenti ai fini del rispetto del Patto di Stabilità e crescita.

«Abbiamo bisogno di una maggiore integrazione» dell Europa per affrontare le sfide e «non vedo vantaggi da un'Europa frammentata», ha poi affermato il vice presidente della commissione Ue, citando le sfide che arrivano da Stati Uniti, Africa del Nord e Russia, «problemi che avremmo comunque da queste aree» aggiunge anche con una Europa frammentata e che appunto si possono affrontare meglio con una maggiore integrazione.