Indennizzi per le quattro banche, il 90% va ai piccoli risparmiatori

Pier Carlo Padoan
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Venerdì 13 Aprile 2018, 20:40
Il conto arriva a 189 milioni. Si chiude così la stagione degli indennizzi ai risparmiatori, quasi tutti piccoli, che avevano investito nei bond subordinati delle 4 banche finite in risoluzione nel novembre 2015. Una misura decisa dall’allora governo Renzi per mitigare la perdita subita dai risparmiatori i quali, per la prima volta, avevano subito le regole europee del burden sharing, poi inasprite con il bail in. Decisione che aveva fatto da apripista agli interventi poi su Mps e sulle banche venete. Le perdite avevano provocato proteste, contraccolpi politici e anche ruggini fra l’esecutivo e la Banca d’Italia, che aveva messo in atto la risoluzione. Il Fondo di solidarietà gestito dal Fitd (il fondo di garanzia dei depositi) ha così erogato 180 milioni di euro pagati dal sistema bancario italiano, quasi tutti (oltre il 90%) a piccoli investitori e suddivisi in assegni sotto i 20mila euro come dice all’Ansa Salvatore Paterna, vicedirettore generale del Fitd che ga gestito la complessa procedura. Un ammontare superiore a quanto previsto in un primo momento dalla legge di bilancio (100 milioni anche se poi il tetto era stato rimosso) e che ha pesato sui bilanci degli istituti di credito sani.

Molti di essi infatti, specie i più piccoli, hanno visto ridurre o azzerare i propri utili per i contributi ordinari e straordinari ai fondi. Dal lato dei risparmiatori il meccanismo, dopo un avvio in salita, si è messo in moto e ha beneficiato sopratutto i piccoli: 10.387 dei rimborsi sono sotto i 10mila euro, 2.886 entro i 20mila, 1.732 tra 20mila e 50mila euro, 317 entro i 100mila euro, 96 entro i 200mila e 24 entro i 500mila euro. Solo 1 assegno è stato staccato sopra i 500mila. Per riceverlo bisognava rientrare in una serie di parametri, poi peraltro allargati, temporali e reddituali. Ora il Fondo continuerà la sua attività per gli indennizzi ai risparmiatori che hanno investito nei bond subordinati di Popolare Vicenza e Veneto Banca. C’è poi attesa del decreto del Mef per far partire il nuovo fondo istituito con la legge di bilancio che dovrebbe allargare le maglie per i rimborsi, magari anche agli azionisti. Un provvedimento che però sconta l’incertezza sulla formazione del nuovo governo.

E se il Fondo di Garanzia (o meglio lo schema volontario) è stato già usato in diverse occasioni pur fra distinguo e paletti di Bruxelles (Tercas oltre che casse Rimini, San Miniato e Cesena finite all’Agricole), non solo per i rimborsi ma anche per evitare preventivamente la risoluzione, ora potrà avere un ruolo maggiore. Le autorità Ue hanno dato via libera a un suo intervento per le piccole banche sotto i 3 miliardi di euro con trasferimento degli asset degli istituti che stanno fallendo a un altro istituto nell’ambito della procedura di insolvenza.(fallendo a un altro istituto nell’ambito della procedura di insolvenza.
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