Ilva, allarme di Calenda: «Brucia 30 milioni di cassa al mese»

Ilva, allarme di Calenda: «Brucia 30 milioni di cassa al mese»
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Venerdì 11 Maggio 2018, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 16:49

«Ho pubblicato per intero l'accordo, l'ho promosso e invito tutti a leggerlo. Perché voglio che gli operai siano coscienti di quello a cui hanno rinunciato». Ad affermarlo è Carlo Calenda, il ministro dello Sviluppo economico, commentando così la chiusura delle trattative sull' Ilva a 24Mattino.  «Ilva - rileva - brucia 30 milioni di cassa al mese e come al solito, come è successo con Alitalia, questo dato è un dato che i sindacati tendono totalmente a ignorare. Sono soldi dei cittadini italiani e, quindi, io devo renderne conto e cercare di sprecarne il meno possibile». I soldi nella cassa dell' Ilva bastano soltanto per arrivare fino a luglio? gli chiede Luca Telese di Radio 24. «Sì, è così. Noi abbiamo già dato 900 milioni come cittadini italiani all'Ilva per tenerla in piedi. Questi soldi finiscono alla fine di giugno e bisogna chiudere questa vicenda. Dopo 32 incontri tra azienda e sindacati che non hanno cavato un ragno dal buco, quello che ho provato a fare ieri è proporre di mettere garanzie per tutti, addirittura garanzie di posto fisso a tempo indeterminato per tutti, ma chiudiamo quest'accordo perché altrimenti perdiamo un asset fondamentale del Paese».  Oggi, sottolinea Calenda, «Ilva ha 14mila persone. Abbiamo proposto l'assunzione di 10mila persone con gli stessi diritti, persino l'art.18 e le stesse identiche retribuzioni, altri 1500 alle stesse condizioni in una società di servizi a cui Am Investco avrebbe garantito lavoro. Per i restanti un incentivo all'esodo di cinque anni di cassa integrazione e fino a 100mila euro, che credo non ci sia mai stato. Gli unici che si sarebbero potuti urtare rispetto a questa proposta sono i cittadini italiani perché era una proposta che costa un sacco di soldi». Poi Calenda smentisce le parole del segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, secondo cui sarebbe stato proprio il ministro a chiudere le trattative: «La rappresentazione di Marco, che è una persona che io stimo e con cui ho un buon rapporto, è una rappresentazione non veritiera. Ieri hanno detto tutti no secco alla proposta, compresa la Cisl». Dopo di che, aggiunge Calenda, «la Cisl ha detto Noi siamo disponibili a negoziare, gli altri sindacati che sono largamente maggioritari rispetto alla Cisl hanno detto che loro sulla base di quella proposta non avevano niente da dire perché volevano tutti assunti dal primo giorno. Io non mi sono affatto alzato dal tavolo, io ho semplicemente detto che prendo atto e avevo già dato la disponibilità, se ci fosse stata la possibilità di continuare a negoziare, di rimanere seduto al tavolo ininterrottamente notte e giorno fino al giuramento del nuovo governo. Però non si può chiedere di avere la botte piena e la moglie ubriaca».

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