Statali, 500 mila in pensione: maxi-concorso per i giovani

Statali, 500 mila in pensione: maxi-concorso per i giovani
di Andrea Bassi
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Domenica 17 Settembre 2017, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 17:31

Nei prossimi tre o quattro anni, 500 mila dipendenti pubblici andranno in pensione. Per sostituirli il governo potrebbe decidere già con la prossima manovra di bilancio di accendere i motori di un maxi concorso per permettere l'ingresso nei ranghi delle amministrazioni di giovani. Per ora si tratta di un progetto ancora in fase di studio, ma le verifiche di fattibilità tra i vari ministeri sono già iniziate.

A fare cenno a questa possibilità, è stato il sottosegretario alla Funzione Pubblica, Angelo Rughetti, intervistato dal Messaggero all'interno del Festival dell'Unità di Roma. «Cinquecentomila dipendenti pubblici andranno in pensione nei prossimi anni», ha detto il sottosegretario, «questa è una grande occasione per lo Stato per un grande piano di assunzioni per i giovani».

I CRITERI
Rughetti ha sottolineato come puntare sui giovani nel pubblico impiego sia «una scommessa che va fatta in questo momento». Ha poi ricordato come la riforma del pubblico impiego recentemente approvata al governo, superi anche il problema del blocco del turn over. Il criterio che dovrà essere rispettato, e per ora applicato in via sperimentale a livello territoriale per le assunzioni, è quello dell'invarianza finanziaria. Significa che se un lavoratore va in pensione, i soldi risparmiati per il suo stipendio possono essere utilizzati per assumere un altro lavoratore.

La legge di stabilità potrebbe allargare questo principio a tutta la pubblica amministrazione sbloccando definitivamente le assunzioni. Anche i criteri di selezione saranno diversi dal passato, perché la stessa riforma del pubblico impiego supera il principio delle piante organiche, per cui se va in pensione un centralinista si assume un altro centralinista. Le nuove selezioni avverranno in base ai «fabbisogni» delle amministrazioni. Le linee guida per avviare questo cambio stanno per essere emanate, ponendo un altro tassello verso il piano di assunzioni nella pubblica amministrazione. Anche i concorsi cambieranno. Ci saranno nuove modalità di selezione, con prove centralizzate, periodiche e orientate a sondare specifiche professionalità (magari partendo anche da abilità già oggi certificate). L'esempio più significativo, che ha riportato Rughetti, è quello dei progettisti: figura che manca con ricadute pesanti: «Abbiamo miliardi di euro chiusi nei cassetti del governo» perché non ci sono iniziative, progetti appunto.

Intanto, entro la fine del mese, si dovrebbe chiudere la partita per la stabilizzazione dei precari, con in ballo 50 mila posizioni. Nei prossimi giorni è attesa una circolare del ministero proprio per aiutare le amministrazioni nella predisposizione dei piani di assorbimento.

LE REAZIONI
Anche per i sindacati è quindi vitale far entrare nuovo personale. «Serve un piano straordinario per l'occupazione nella Pubblica Amministrazione, con una nuova programmazione che guardi soprattutto ai giovani», sostiene la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Nella pubblica amministrazione ha evidenziato, «non ci sono stati licenziamenti, ma si contano 330 mila posti di lavoro in meno».

Ecco perché, secondo il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, «è estremamente positivo» parlare di una programmazione delle entrate «anche per innovare la mentalità, dopo anni di blocco delle assunzioni». «Bisogna subito prepensionare e bandire concorsi, calcolando che la stima di 500 mila uscite è anche riduttiva, potrebbero infatti andare via quasi un milione di dipendenti da qui al 2020», stima il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia. Intanto domani i sindacati sono stati convocati al ministero per discutere di razionalizzazione delle partecipate pubbliche.

Entro fine mese gli enti locali dovranno comunicare i piani di razionalizzazione. Secondo le sigle la chiusura di migliaia di partecipate comporterà decine di migliaia di esuberi. Personale in eccesso che dovrà essere ricollocato attraverso la mobilità verso altre società degli stessi enti. Un programma che in qualche modo ricalca quello già attuato per il personale delle Province.