Bene il margine operativo lordo che ha raggiunto 194 milioni di euro (+0,8%). «La parte del leone» l'ha avuta la Danimarca (Mol +14%), ma anche in Italia, per la prima volta dopo sei anni, si è registrata un'inversione di tendenza con il Mol a 5 milioni di euro (esclusa Cementir Holding).
L'utile ante imposte ha superato 101 milioni di euro, il valore più alto dal 2008 (+2,2% rispetto ai 99,5 milioni del 2014). L'utile netto di gruppo si è così fissato in 67,5 milioni di euro, in calo del 5,8%. Hanno pesato le maggiori imposte (26,5 milioni di euro contro i 20,8 milioni del 2014) dovute - si legge nella relazione sul bilancio - «al ricalcolo di quelle differite attive e passive delle società partecipanti al consolidato fiscale italiano indotto dalla nuova aliquota fiscale Ires in vigore in Italia a partire dal 2017». Via libera dall'assemblea a un dividendo di 0,10 centesimi ad azione, come lo scorso anno.
SI ALLARGA IL PERIMETRO
Migliora di 56,2 milioni l'indebitamento finanziario netto (222,1 milioni a fine 2015): il rapporto rispetto al Mol scende a 1,1. «La presenza di un indebitamento così basso - spiega Caltagirone - ci dà la possibilità di crescere nel nostro core business, attingendo anche all'autofinanziamento». «Abbiamo una potenza di fuoco da centinaia di milioni per cui - aggiunge l'ad conversando con i cronisti a margine dell'assemblea - non servirà esercitare la delega all'aumento di capitale da 300 milioni». L'obiettivo, precisa ancora, è quello di «continuare ad espanderci e rafforzarci nelle zone dove siamo già presenti». Rientra in questa strategia l'offerta di 125 milioni di euro per un ramo di azienda di Sacci spa, quinto produttore di cemento in Italia: «Dopo 7 anni di crisi mi sento di ridare fiducia al Paese» commenta Caltagirone. L'operazione (c'è già l'ok dei creditori, il 18 maggio è prevista l'omologa del Tribunale di Roma, il closing avverrà a luglio) consentirà a Cementir di spostare il baricentro produttivo e distributivo verso il Centro-Nord Italia, e potrà generare sinergie per 10 milioni di euro entro un paio di anni.
D'altronde, dopo l'acquisto da parte della tedesca Heidelberg di Italcementi, il mercato italiano si sta avviando verso una razionalizzazione. Per quanto riguarda il 2016 «i primi mesi mostrano un andamento positivo in continuità in tutte le aree geografiche. Un po' peggio l'Italia che delude».
Giusy Franzese