L'INTERVENTO
Quanto all'intervento per le imprese, a un certo punto nelle intenzioni del premier avrebbe dovuto rappresentare una sorta di contrappeso rispetto all'alleggerimento della fiscalità immobiliare, anche agli occhi delle autorità europee. Nel 2016 questo intervento ci sarà ma un po' meno robusto. Se non arriverà un accordo con la Ue sull'ulteriore flessibilità legata all'emergenza immigrazione, per liberare in tempi rapidi altri 3,1 miliardi, la riduzione dell'aliquota Ires al 24 per cento verrà rinviata al 2017. Si tratta di una percentuale più bassa di quella che dal prossimo anno sarà applicata in Spagna sulle società: nel nostro Paese però esiste anche l'Irap, che pure in senso stretto non è un'imposta sugli utili visto che la base imponibile è più ampia. Sull'imposta regionale, che già lo scorso anno era stata alleggerita della componente costo del lavoro, si potrebbe tornare ad intervenire nel 2018, con la cancellazione della componente interessi passivi; mentre l'Ires sarebbe ulteriormente alleggerita, forse di altri quattro punti.
LE ALTRE MISURE
Intanto però per il 2016 le imprese si dovranno accontentate del cosiddetto superammortamento, che comunque è una misura significativa. I loro investimenti in macchinari saranno premiati con la possibilità di conteggiare nel corso degli anni il 140 per cento del costo sostenuto, invece del 100.
Dal punto di vista delle nude cifre la riduzione di tasse più rilevante (quasi 17 miliardi) resta l'eliminazione delle clausole di salvaguardia su Iva e accise: nella psicologia del contribuente si tratta però più di uno scampato pericolo che di un'effettiva fonte di sollievo.