Le due aziende sono una israeliana, con capitale cinese, che punta a produrre robot per la pulizia di pannelli fotovoltaici e filtri per l'acqua e che dovrebbe occupare 350 lavoratori, mentre la seconda è la torinese Astelav, che si occupa della rigenerazione di frigoriferi usati e che dovrebbe occupare in un primo tempo 30 lavoratori e poi successivamente altri 10. Circa 60 lavoratori, invece, dovrebbero lasciare l'azienda grazie agli incentivi offerti da Embraco.
Calenda, nel ribadire che «non sono stati usati soldi pubblici», sottolinea che sarà usata «la dote che Whirpool- Embraco ha messo a disposizione per i lavoratori». Le parti, rileva ancora il ministro, «si vedranno venerdì all'Unione industriale di Torino per definire il dettaglio del passaggio». Si tratta, spiega ancora Calenda «di un'operazione buona, andata a buon fine. Certamente bisognerà stare attenti e vedere che le cose funzioneranno nel modo descritto».
Invitalia, in questa fase, non avrà quindi nessun ruolo. «Invitalia rimane con il fondo anti-delocalizzazione attivato nel caso in cui ci dovessero essere dei problemi che speriamo non succedono.
In caso di problemi potrà aprire il paracadute ma mi pare che tutto stia andando nella direzione giusta». Il prossimo appuntamento quindi è per venerdì «per i passaggi finali», aggiunge Calenda.
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